Harry Potter e la resa dei conti, a Keira's production

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-Keir@-
view post Posted on 4/8/2007, 18:06




Alloooooooooora, Fleur ti ho già spiegato chi è, vedi negli altri post.
Poi, la famiglia Weasley è così=
Arthur Weasley+Molly Prewett=(in ordine di nascita) Percy, Bill, fred e George, Ron, Ginny!
Pò... NON INSULTARE LUPIN! E' tanto caruccio, l'amore mio! :'(.. E POI NNO, HAI FATTO NU SPOILER! nun se fa, non te l'ha detto mammina? Quei due si baciano nel 7° libro, nel settimo della rowilng, non nel mio -.-....


ANCORA SOGNI


Capitolo 10
Quella notte Harry dormì sonni agitati.
Stava sognando un campo di battaglia, dove, come nel Medioevo Magico, i magni si sfidavano conto gli altri per la mano della principessa del paese. Lady Granger.
C’era tanta polvere, sotto i loro cavalli. Harry aveva un imponente armatura, e un elmo abbastanza ingombrante. Nella mano destra stringeva la bacchetta. Di fronte a lui c’era un altro mago, capelli rossi, armatura di seconda mano. Doveva scendere dalla casata degli Weasley, povere personcine che vivevano nei sobborghi di Hogsmeade.
Il duello cominciò quando Lady Granger fece uno Stupeficium diretto al cielo, emanando scintille rosse.
Incantesimi di vario tipo svolazzarono intorno ai due combattenti. La folla chiamava: << Evviva Sir Potter, evviva il condottiero di Hogsmeade! >>
Era un sogno bellissimo. E le sorti erano favorevoli per una possibile vittoria di Harry Potter. Ma qualcosa ribaltò la situazione.
Una foschia improvvisa nel cielo azzurro e senza nuvole. La polvere si alzò annebbiando la vista di Sir Potter.
Fu un attimo, poi lui cadde rovinosamente dal cavallo con una bacchetta puntata alla gola.
Riconobbe Sir Weasley oltre l’elmo. Egli aveva vinto.
Ma improvvisamente, le calde iridi color nocciola che Harry riusciva a vedere erano diventante iniettate di sangue e al posto dell’armatura comparve un grosso mantello nero, che nascondeva la pelle chiara e raggrinzita di qualcosa che non sembrava essere un essere umano, anche se ne aveva le sembianze.
Anche l’armatura di Harry scomparì. Aveva indosso un pigiama, quello che indossava prima di andare a dormire, ogni notte, a Grimmauld Place.
Pian piano anche le tribune dove la gente acclamava Sir Potter sparì, a loro posto comparvero strani uomini incappucciati e dall’aria macabra.
Il cielo si oscurò, il sole fu coperto da scure nuvole grigie. Il corpo di Harry fu invaso dai brividi.
Quell’uomo, o qualunque cosa fosse lì davanti a lui, mormorò qualcosa in una strana lingua, ma che Harry capiva benissimo, anche se non l’aveva mai studiata.
<< Sei mio, Harry Potter… >>
Un lampo verde, un grido lontano che si faceva sempre più acuto, poi la luce del mattino gli inondò gli occhi appiccicati dal sonno.
Davanti a lui tutta la famiglia Weasley in vestaglia più Hermione che lo fissava preoccupato, lo guardavano perplessi.
Li fissò uno ad uno, poi qualcuno di cui non riconobbe il volto gli passo gli occhiali. Lui li inforcò e si mise a sedere, tutto sudato.
<< Harry caro, un altro dei tuoi incubi? >> chiese la signora Weasley.
<< Non hai tenuto chiusa la mente? >> domandò George. Harry si chiese cosa ci faceva lì. Poi ricordò che la famiglia Weasley la notte prima li aveva invitati a dormire a Grimmould Place.
<< Ti senti un po’ meglio, vero? >> chiese Ron scarlatto.
<< La cicatrice ti brucia? >> chiese Percy. Harry strabuzzò gli occhi. C’era anche lui.
<< Calmatevi per favore, si sta riprendendo… >> disse Ginny.
Harry mise i piedi a terra. << Sto bene. >> li redarguì Harry.
<< Hai sognato di nuovo la tua morte? >> chiese Fred.
<< E’ stato terribile, vero? Abbiamo sentito che gridavi… >> disse Ron preoccupato.
<< Ho detto che sto bene… è stato solo un altro stupido sogno. >>
<< Sai bene che i tuoi sogni non sono semplici sogni HArry. >> disse Hermione. << Lupin ti ha chiesto di chiudere la mente, perché non l’hai fatto? >>
Harry non rispose, si alzò e uscì fuori dalla stanza diretto in bagno.
<< Aspetta, ehi! Desidero una risposta! >> disse Hermione rincorrendolo.
Una fitta dolorosa pervase la cicatrice di Harry.
<< Ehi, che ti prende, stai bene? E’ tutto ok? >> si preoccupò subito Hermione.
Harry riuscì a stento a parlare, tanto che si appoggiò alla parete. << E’ tutto apposto… >>
<< O mio Dio, Harry. >> disse Hermione guardando la sua cicatrice.
<< Cosa? >> chiese lui dolorante, sfiorando lo sfregio e trovando una strana sostanza densa. Si portò la mano davanti agli occhi: ciò che vide lo scioccò. Non era mai capitato.
<< La tua cicatrice sta sanguinando… >> mormorò Hermione terrorizzata.
Harry scrutò la sostanza rossa che stava colando dal dito.
<< Che succede? Harry sta bene? >> chiese qualcuno in fondo le scale precipitandosi sul pianerottolo superiore.
Lupin comparve in mutande in cima alla rampa.
<< E quello cos’è? >> chiese poi guardando la cicatrice di Harry. Tutti gli Weasley si catapultarono fuori dalla stanza.
<< E’ sangue! >>
<< O mio Dio, Harry stai bene? >>
Improvvisamente la vista di Harry sfocò. Si guardava intorno, ansante, come un pesce alla ricerca dell’acqua.
Due calde mani gli toccarono le guance. Distinse Hermione che disse: << Harry guardami…
Harry! >>
Poi scivolò lungo una parete liscia, ma un uomo più grande del normale lo sorresse, riportandolo in piedi. Hagrid, stranamente era lì.
Harry gli sorrise per un istante brevissimo, poi chiuse gli occhi e non vide più niente.
<< Ci ritroviamo, Potter. >> Harry riaprì gli occhi. Voldemort era davanti a lui, al cimitero. Ma nessun Mangiamorte era intorno al loro Signore.
<< Che cosa vuoi? >> chiese lui, con stanchezza. La cicatrice aveva smesso di sanguinare, ma nonostante ciò si sentiva estremamente debole.
<< Te. Naturalmente. E ora ti ho qui, al mio cospetto. Pronto a morire, non è vero? Dato che sei così ansioso di uccidermi perché non ci provi? >>
<< Non ho la bacchetta… >> disse Harry guardandosi intorno, e alzandosi, dato che si era ritrovato steso per terra sull’erba umidiccia.
<< Eccola qui. >> disse Voldemort facendola aleggiare davanti a Harry. Lui l’afferrò e una strana atmosfera calò sul macabro paesaggio. << Pronto per duellare con il più Oscuro di tutti i
Maghi? >>
<< Questo è solo un stupido sogno, non puoi uccidermi >> mormorò Harry.
<< Credi? Vuoi provare ciò a tuo rischio e pericolo? >>
<< Non sono così sciocco. Tom… >>
Una faccia arrabbiatissima si dipinse sul volto chiaro e perlaceo di Voldemort. << Chiamai di nuovo così, San Potter, e ti faccio rivedere i tuoi genitori in paradiso. >>
<< Non ci riuscirai mai. >> disse HArry beffardo.
<< Non ti hanno insegnato a non giocare con fuoco Potter? Mmmh… bisogna colmare questa lacuna, non trovi? Expelliarmus! >>
<< Protego! >> urlò Harry.
<< Ah, ah, ah! E’ tutto qui quello che sai fare, Potter? Imperio! >>
<< AAAAAARG! >>urlò Harry subendo l’incantesimo. Ma Moody, o almeno quello che credeva essere Moody, al quarto anno, gli aveva insegnato a resistere a un incantesimo del genere…
Piegati al mio potere…
Avanti Harry, fallo, è così divertente!
Fallo, ora!
<< NO! >> gridò Harry, squarciando il silenzio della notte.
<< No? Osi opporti al mio potere? >> mormorò Voldemort beffardo.
Harry, è divertente…
Piegati al mio potere, lurido Sfregiato…
<< AAAAAARG! >> urlò Harry, rimuovendo, in un modo che non riuscì a capire, l’incantesimo pronunciato da Voldemort, il quale lo fissò con aria interrogativa.
<< Waddiwasi! >> urlò Harry a un pezzo di tronco poco distante dall’improvvisato campo di battaglia. Quello levitò pericolosamente, fino a incontrare Voldemort, che gridò: << Incendio! >>
per fermare l’attacco.
<< Ah, ah, ah, è deludente come il Bambino Sopravvissuto mi abbia sconfitto a un anno e non a diciassette, Potter… non trovi? >>
Harry lo guardò odiandolo.
<< Avverto odore… di rabbia, Potter, e odio… >> mormorò poi. << Sei tu Harry? >>
Harry non rispose, la sua mente lavorava febbrilmente.
In fondo quello era solo un sogno. Un incubo, per meglio dire.
Il che significava che non era reale. O quasi.
Si trovava lì perché non aveva tenuto a freno la mente, la sera prima. Poteva farlo ora?
<< A cosa pensi Potter? >> chiese Voldemort con occhi socchiusi.
<< A niente, Tom >> disse Harry con insistenza, concentrandosi sugli occhi iniettati si sangue di Voldemort.
<< Ti ho detto di non chiamarmi così, lurido Sfregiato! >> urlò Voldemort alzando la bacchetta, e proprio quando li Avada Kedavra che aveva pronunciato stava per raggiungere Harry, la mente del ragazzo si riempì di immagine sfocate, ricordi che non appartenevano a lui.
Una donna, che stava venendo uccisa in quel momento, per mezzo di una bacchetta, dalla quale veniva sprigionata una forte luce verde…
Con forza impressionante fu mandato via da quel ricordo, e quando Harry riaprì gli occhi, non si trovava al cimitero, ma nel salotto di Grimmould Place.
I suoi occhi ci misero tempo ad abituarsi al buio. Fuori, vide dalla finestra, era notte fonda, dominata da un’imponente luna piena.
Si guardò intorno, mettendosi a sedere sul divano in cui si era trovato. Diverse figure scure se ne stavano immobili accanto a lui, dormienti. Distinse una massa di capelli spettinati sorretti da un corpo stile armadio, in un angolo della stanza. Hagrid.
E poi due ragazze, e un ragazzo alto e coi capelli rossi, e poi ancora un capello a punta e un uomo grassoccio sul cui volto pieno di piaghe, la luce della luna esercitava uno strano effetto.
All’appello mancava un uomo, Lupin.
Lo sguardo di Harry tornò sulla luna piena in cielo, e in quel momento si udì un forte grido di dolore provenire sopra la sua testa. Probabilmente era in soffitta, trasformato in lupo mannaro.
Harry si alzò dal letto, con la cicatrice che prudeva.
L’unica cosa che ricordava era di aver fatto un sogno, dove una donna urlava di dolore…
Tutto gli tornò in mente vorticosamente…
Doveva dirlo al professor Lupin, ma avrebbe aspettato la mattina dopo per raccontarlo.
A piedi nudi, si diresse in cucina, per prendere un bicchier d’acqua.
Con le dita sotto la fontana, guardava con occhi vacui la strada desolata appena fuori la finestra, davanti a lui. Dovevano essere più o meno le due, le tre di notte.
Aveva sognato Voldemort. Di nuovo.
<< Harry! >> mormorò una voce assonnata dietro di lui. Harry sobbalzò, chiudendo immediatamente la fontana.
<< Ginny… >> disse Harry sorpreso.
<< Cosa ci fai in piedi, dovresti essere a letto… >> disse lei avvicinandosi.
<< Avevo sete… >> disse Harry prendendosi il bicchiere d’acqua.
<< Come stai? >> chiese lei, frugando qualcosa nel frigo.
<< Meglio… >> mormorò Harry sedendosi accanto al tavolo.
<< Hai sognato Voldemort? >> chiese lei seria.
Harry abbassò lo sguardo, e Ginny capì la risposta, sorridendo amaramente.
<< C’era d’aspettarselo. Tieni, la mamma ti ha conservato queste… >> gli porse un piatto con delle enormi focaccie invitanti.
<< Non ho fame… >>
<< Mangia, altrimenti la mamma se la prende. Dice che sei fin troppo magro, quindi alimentati come si deve… >> disse lei sedendosi sul bancone della cucina.
Harry prese di malavoglia una focaccia e prese a mangiarla. Inutile dire che erano buonissime, la signora Weasley era una maga.
Un altro urlo squarciò il silenzio.
Ginny si rattristò. << Dev’essere tremendo trasformarsi in lupi mannari… >>
<< Non ha preso la pozione? >>
<< Non ha potuto. Ci vuole un mese per prepararla, ma Hermione si è ripromessa di cominciare a farla domani mattina… >>
<< Tonks è con lui? >>
<< No. E’ troppo pericoloso. Specialmente ora che non ha preso la pozione… Moody gli ha fatto un incantesimo potente, ha detto che adesso è un tutt’uno con la parete… >>
Harry finì la sua focaccia e si alzò per mettere il piatto nel lavabo. Ginny gli andò contro e lo prese, sfiorandogli le mani.
<< Lascia, faccio io >> disse imbarazzata, poi portò il patto sotto la fontana, e prese a lavarlo.
Questa volta fu Harry a sedersi sul bancone.
<< Raccontami il tuo sogno. >> disse Ginny guardandolo.
<< Be’, non vedo cosa c’è di interessante, dato che ormai i miei incubi sono solo rivelatori di brutte notizie… >>
<< A me interessa. Avanti, racconta. >>
Harry sospirò, poi prese a raccontarle brevemente tutto ciò che aveva visto.
<< Sembra reale… >> disse lei, chiudendo la fontana e asciugandosi le mani.
<< Lo so. E mia madre… ho visto Voldemort che la uccideva, quand’ero piccolo, forse poco prima che mi infliggesse questa stupida cicatrice… >>
Ginny abbassò lo sguardo, appoggiandosi al lavabo. << Nessuno vorrebbe mai essere nei tuoi panni, Harry. Hai davvero tanto coraggio a fare quello che fai. >>
<< Io non faccio un bel niente, è solo Voldemort che ha una certa attitudine nell’intrufolarsi nei miei sogni… >>
<< Ma l’hai sfidato. E più di una volta. >> sorrise lei. << Uscendone sempre illeso. O quasi. >> disse poi guardando la sua cicatrice.
Harry sorrise, scendendo dal bancone. Si arruffò i capelli, imbarazzato. << Be’, forse è il caso di andare a dormire un altro, po’, sono stanco… >>
<< Si, certo. Vengo anch’io. >> Ginny posò lo straccio con cui si era asciugata le mani sul bancone e seguì Harry fin sopra le scale.
Poi la ragazza aprì la porta del salotto per entrare, ma con un gesto istintivo Harry le fermò la mano, imbarazzato la massimo grado.
Ginny lo guardò senza capire. << Devi dirmi qualcosa? >> disse socchiudendo la porta del salotto per non svegliare gli altri.
Harry sospirò. << E’ solo che… >> disse Harry guardandola, ma poi si bloccò.
Stava per sciogliersi di fronte a quelle calde iridi nocciola.
<< Che? >> chiese Ginny con aria interrogativa.
Harry strinse le mascelle come per bloccarsi in quello che stava per fare, ma fu più forte di lui quando il suo cuore cominciò a battere all’impazzata.
Si avvicinò a Ginny, sempre più confusa.
Quando le fu così vicino da sentire il suo dolce profumo all’albicocca, si protese in avanti, tentennante, come se volesse avere il permesso da Ginny di poterla baciare.
Lei non si mosse, ma per quanto Harry le era vicino, notò che il cuore della ragazza batteva forte almeno quanto il suo.
Così, senza capire il perché, Harry la baciò, col cuore in gola.
Il gong dell’orologio a pendolo fece capire loro che ormai erano le quattro del mattino, e si staccarono, più rossi che mai.
<< Be’… forse è meglio andare a dormire… >> disse Ginny imbarazzata.
<< Si… si, sono d’accordo. >> disse Harry allo stesso modo.
S’introdussero nella stanza buia, tastando qua e là per essere sicuri di non sbattere contro qualcosa.
<< Buonanotte, Harry… >> sussurrò Ginny da un punto imprecisato della stanza.
<< Buonanotte… >> rispose HArry in un soffio, coricandosi.
Quando poi, in un gesto casuale, voltò lo sguardo verso l’interno della stanza, vide due occhietti vispi chiudersi in quel momento nella penombra della stanza.
 
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wataaaaaaaa
view post Posted on 4/8/2007, 21:46




Ohi..si sono..si..sono..baciati!!!!!!!!!!Ohi,figli miei,quanto c'è voluto!!!!!XDDDDDDD!!!!!!!!!
"Quando poi, in un gesto casuale, voltò lo sguardo verso l’interno della stanza, vide due occhietti vispi chiudersi in quel momento nella penombra della stanza."
E'..forse Herm???
 
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-Keir@-
view post Posted on 5/8/2007, 15:10




Siiiiiiiiiiiiiii, la sottoscritta pazzoide è stata così tanto sciocca da voler fare in modo che Harry e herm si piacessero, poi però ha cambiato idea... toh, ora ti lascio l'11...

ESCURSIONI NOTTURNE

Capitolo 11



Giorni dopo la salute di Harry andava sempre ottimizzandosi, anche se il ragazzo non poteva fare a meno di pensare a ciò che aveva visto nei suoi incubi. Prima la sua morte, poi un incontro ravvicinato con Voldemort, che sembrava estremamente reale… non era un veggente, non poteva prevedere il futuro, sapeva solo che la sua vita stava assumendo una piega alquanto distorta e senza senso.
Un giorno, quando scese per andare a far colazione, vide Ron e Hermione abbracciati l’uno all’altra, in un gesto di conforto: Hermione piangeva.
Harry si chiese per quale motivo. Tutto sommato Voldemort non si faceva sentire da tempo, in casa c’era un bella atmosfera familiare, non vide perché tanta preoccupazione.
Voleva venirne a capo, magari chiedendoglielo, ma non gli sembrò il momento opportuno, dato che non voleva spezzare la tenerezza che li legava in quell’istante.
Prima, vedere Ron e Hermione così lo avrebbe mandato su di giri, gli avrebbe fatto prendere volentieri a pugni il suo migliore amico, ma adesso sentiva che nulla poteva spezzare quel rapporto che li legava, anche perché i suoi sentimenti verso Hermione si stavano attenuando poco a poco, come una macchia che viene cancellata dalla divisa di Hogwarts. E inoltre, sentiva che qualcos’altro si stava rafforzando, l’amicizia che ormai c’era tra lui e Ginny. Ora chiacchieravano più spesso, ridevano insieme, esercitandosi con professor Lupin in Difesa delle Arti Oscure, in qualche incantesimo a loro sconosciuto magari.
Sembrava andare tutto per il meglio, liscio come l’olio, ma quello stesso giorno arrivò una notizia che sconvolse i signori Weasley, giù in cucina.
Il quadro di una vecchia strega con i capelli lunghi, la stessa del negozio di Madama Piediburro, stava riferendo una notizia agli Weasley con molta sofferenza, quasi non volesse essere lei a confessare ciò che era accaduto a Diagon Alley.
<< Be’… signor Weasley, signora Weasley, ragazzi… emh… >> diceva quella torcendosi le mani, quando il campanello suonò all’improvviso.
<< Vado io >> rispose Hermione, con un fazzoletto stretto fra le dita affusolate.
Il quadro sospirò, ringraziando il cielo di dover confessare la notizia in un secondo momento.
Moody, Tonks, Lupin e Kingsley entrarono nella stanza, pallidi in faccia come non erano stati mai, e anche Tonks, di solito sempre allegra, portava quel giorno, strani capelli neri e spettinati, che sembravano sottolineare la gravità del momento.
<< Allora? Ci dici che succede? >> chiese Ron al quadro, che fece uno strano verso lamentoso.
<< Lasci stare, Madame LePlainte, racconteremo noi ciò che è accaduto. >> disse Kingsley. La strega sembrava volerlo ringraziare a tal punto da volerlo riempire di baci; non lo fece però, anzi, scappò via alla velocità di un incantesimo.
<< Lupin, ci dite cosa succede? >> chiese ansiosa la signora Weasley.
<< Otto Mangiamorte hanno attaccato Diagon Alley. >> disse Tonks gravemente.
Ginny sembrò capire all’istante e si strinse a Harry, come se temesse di sentire ciò che immaginava.
<< Olivander e Madame Piediburro sono rimasti feriti gravemente. >>
<< Oh… ma… è terribile… >> disse Ron sconvolto.
<< E non è tutto >> disse Moody. << Il negozio dei due gemelli è stato attaccato.>>
L’aria si fece pesante, la pioggia cominciò a ticchettare sui vetri delle finestre.
<< Co… cosa? >> chiese la signora Weasley scioccata.
<< Fred e George. Sono stati trasferiti d’urgenza al San Mungo e non sono in buone condizioni. >> disse Kingsley.
<< NO! >> pianse la signora Weasley. Il signor Weasley l’abbracciò, confortandola e rincuorandosi a sua volta.
<< Il loro negozio è stato ridotto in frantumi, tre dei clienti che avevano quel giorno sono morti. >> disse Lupin.
Ginny rabbrividì a quelle parole, e, notò Harry, subito qualcosa scattò in lei.
Guardava da Lupin a suo padre, con occhi velati di lacrime, senza capire.
<< Avevate detto che erano sotto controllo! >> disse all’improvviso. << Avevate detto che stavate facendo di tutto per fermarli! >>
<< Non è un lavoro semplice, Ginny… >> disse Lupin.
<< Avete permesso a quattro persone di rimanere ferite e a tre di morire! >>
<< Non è colpa nostra, signorina Weasley, non siamo onnipotenti, facciamo solo ciò che ci è consentito in base alle nostre capacità… >> disse la professoressa McGranitt, che era rimasta tutto il tempo in silenzio.
<< Ginny ha ragione, ci avete rassicurato dicendoci che era tutto apposto! >> sbottò Ron. << E’ credo che abbiamo almeno un briciolo di esperienza che ci permette di essere messi al corrente della situazione! >>
Harry intanto, rimaneva in silenzio, cercando di non perdere il controllo. Avevano detto solo bugie, cos’è, li credevano maghetti di tre anni?
<< Harry, tu non dici niente? >> chiese Hermione, colpita.
<< Non c’è niente da dire, solo stupide scuse per farci bere false verità, piccoli pretesti per farci credere che vivremo per sempre felici e contenti >> disse Harry molto semplicemente.
Girò sui tacchi e tornò di sopra. Sembrava irrimediabilmente frustrato, trattato come un infante a cui non può essere detta la verità, perché altrimenti lo ucciderebbe.
Ma da quanto aveva capito, la situazione era assai critica.
Voldemort si stava rinforzando, e andava fermato.
Si stese sul letto, fissando il soffitto, pensando a qualcosa che l’avrebbe aiutato a sconfiggerlo. Forse, senza chiudere la mente prima di andare a dormire, avrebbe avuto un altro scontro riavvicinato con lui, magari avrebbe potuto provarci ogni sera, indebolendolo sempre di più, fino a distruggerlo.
Un ticchettio alla porta interruppe i suoi pensieri.
<< Harry, sono io, posso? >> chiese Ginny oltre il battente.
<< Certo >> disse Harry seccato, mettendosi a sedere.
Ginny entrò nella stanza, chiudendo la porta dietro di sé. << C’è in corso un litigio di sotto… >> annunciò Ginny sottovoce, poi si andò a sedere su una sedia a dondolo sgangherata. << Ron e Lupin ci stanno dando giù pesante… O almeno, Ron è quello surriscaldato… >>
<< Buono a sapersi. >> sorrise Harry, notando che Ginny si torceva le mani, poi disse: << Che
hai? >>
<< Voldemort sta riacquistando potere… Il ministero non sa cosa fare… gli Auror stanno impazzendo, e per di più di sotto ci trattano come bambini a cui prenderebbe un collasso se scoprono la verità… cosa succederà? >> chiese, spaventata.
<< Vieni qui… >> disse Harry indicandole il letto. Ginny si alzò dalla sedia e si sedette di fronte a Harry, sospirando forte.
<< E’ solo che… >> sospirò << stanno accadendo troppe cose e troppo in fretta. Si alternano momenti felici a momenti di totale depressione, uno alla fine esce pazzo >>
Harry sorrise. << Non posso prevedere il futuro, questo credo sia chiaro. Posso solo dirti che faremo in modo che ogni Auror applichi ogni cellula del suo corpo nella battaglia finale, che noi stessi ce la metteremo tutta e che Fred e George ci assisteranno, mentre tentiamo di sconfiggere Voldemort. >> disse Harry con un gran sorriso. Anche Ginny sorrise a quelle parole e lo abbracciò forte.
<< Che ne dici di Materializzarci tutti al San Mungo? A Fred e George farebbe piacere… >>
Harry rifletté un attimo. << Mmm… non credo sia opportuno proprio ora, sicuramente i tuoi staranno per andare a trovarli e non ci vorranno fra i piedi con ogni probabilità… >>
<< Mmm… si, hai ragione… che ne dici allora di stanotte? >>
Harry sorrise tentato. << Dici davvero? Vuoi intrufolarti al San Mungo di notte? >>
<< Che c’è di strano? Non mi credi abbastanza spericolata? >>
<< No, anzi… >> mormorò Harry sorridendo.<< E’ solo leggermente imprudente come azione, non credere che Hermione e Ron non vogliano venire e non pensare neanche che arrivarci sia una cosa semplice dato che è un ospedale… se entro i confini di Hogwarts era impossibile materializzarsi, figurati entro i limiti del San Mungo… >>
Ginny ci pensò su. << Mmm, si è vero, ma non ho detto che arriveremo all’ospedale Materializzati… Esistono i mezzi babbani… >>
Harry sbarrò gli occhi. << Intendi col treno? E’ troppo pericoloso, metteremo in pericolo la vita di altri babbani se accadesse qualcosa… >>
<< Andiamo Harry, una visione più ottimistica ci vuole ogni tanto, no? >>
Harry abbassò lo sguardo, pensando. << Voldemort è tornato alla ribalta, un attacco è sempre dietro l’angolo. >>
Ginny si alzò dal letto.
<< Da quando in qua ti interessi delle conseguenze? Dov’è quell’Harry che conoscevo io che appena ne aveva l’occasione, s’impicciava in affari che non gli riguardavano? >>
<< Qui è diverso, mi riguarda eccome! E riguarda anche te, Ron, Hermione e gli altri… >>
Ginny sbuffò. << E va bene. Vuol dire che andrò solo io se quei due si ritirano indietro. >>
<< Eh? Sei impazzita? Non ti lascerò andare da sola. >>
<< Allora vieni con me. >> disse Ginny in tono pratico, sorridendo sapendo di averlo incastrato.
Harry la guardò più tentato che costretto ad accettare. Poi scosse la testa, sorridendo.
<< Non cambierai mai, vuoi sempre ottenere tutto eh? >> disse.
<< Be’, quando so che l’altra parte è coinvolta emotivamente, è facile raggiungere l’obiettivo…>>
Harry la guardò, non capendo la sua frase.
Improvvisamente bussarono alla porta e una cupa Tonks entrò nella stanza. << La colazione è pronta >>
<< Mamma e papà dove sono? >>chiese Ginny.
<< Stanno per Materializzarsi accanto all’ospedale… forza, scendete di sotto. >>
Ginny rivolse un’occhiata a Harry, che la osservò pensoso, poi scese di sotto, congiungendosi agli altri.
<< E’ vero? Volete Materializzarvi stanotte al San Mungo? >> chiese Hermione interessata.
<< Oh, no, non Materializzandoci, ma raggiungendo l’ospedale con i nostri stessi piedi… >>
<< Stanotte? Non possiamo chiedere a mamma e papà di andarci con loro? >> chiese Ron bisbigliando, appena finirono la colazione.
<< Uno, sono già partiti, due, credi davvero che ci lascerebbero andare? >> chiese Ginny.
Ron pensò a una risposta, poi guardò Ginny facendo spallucce.
<< Come pensavo… >> sorrise Ginny.
<< Ma non è pericoloso? Insomma, saremo soli di notte, e poi ci sono delle vite babbane che potremmo mettere a repentaglio se incontriamo un Mangiamorte, o un Dissennatore... >> mormorò Hermione salendo le scale per raggiungere la camera di Harry e Ron.
<< Viva l’ottimismo… >> mormorò scettica Ginny, guardando l’amica in tralice.
<< E’ una possibilità, però… >> disse Ron riflettendo.
<< Ma voi non sapete pensare ad altro che ad attacchi di Maghi e Streghe del Lato Oscuro? E’ vero che la vita non è tutta rosa e fiori ma così state esagerando… >>
Harry abbassò lo sguardo, aprendo la porta della sua stanza, e mettendosi sul suo letto.
<< E poi se accadesse siamo preparati… >> continuò Ginny, sbattendo il battente, in modo da non essere sentiti.
Ginny rivolse uno sguardo a Ron e Hermione che la guardavano perplessi.
<< …no? >>
Ron abbozzò una smorfia come a dire: “Si… ce la caviamo abbastanza bene”
<< E poi, andiamo, siamo stati rintanati per quasi un mese in una baracca senza che nessuno ci scoprisse… >>
<< Però poi alla fine sono arrivati i Mangiamorte… >> intervenne Hermione.
<< Be’, siamo ancora vivi no? Andiamo, non ditemi che non volete andare a trovare Fred e George… >>
<< Si che vogliamo! >> disse Ron colpito.
<< Bene, allora ci vediamo all’ingresso di casa alle undici e mezza in punto, chiaro? >> impartì Ginny.
Harry annuì.
<< Qualcuno ha qualcos’altro da aggiungere? >> chiese Ginny guardandoli uno a uno.
<< Speriamo che a Voldemort non venga in mente di mandare un battaglione pronto a farci
fuori. >> mormorò Harry.
<< Puoi dirlo forte… >> disse Ron annuendo.
Quella sera HArry non chiuse occhio: era agitato ma al tempo stesso felice di uscire all’aria aperta ancora una volta, e di andare a trovare i due gemelli che, dato il resoconto dei signori Weasley, non sembravano più loro.
Un bussare indiscreto distolse Harry dai propri pensieri. Si guardò intorno, quella stanza era isolata e buia, dato che il russare di Ron adesso non l’accompagnava più ora che si era trasferito nella camera dei gemelli durante la loro assenza.
<< Avanti >> mormorò Harry impercettibilmente, mettendosi a sedere.
Il ragazzo, ormai seduto, vide Hermione entrare nella stanza.
<< Hermione? Che ci fai sveglia a quest’ora? >> chiese Harry senza pensare a ciò che diceva.
<< Se ben ti ricordi tra mezz’ora dovremo essere fuori di casa… >> disse lei entrando nella stanza.
Harry annuì con espressione ovvia. << Allora che ci fai qui? >>
<< Non saprei. >> disse lei semplicemente.
<< Come scusa? >>
<< Voglio dire… visto che Ron sono ancora nel mondo dei sogni, ho provato a venire da te. >> disse, sedendosi su una sedia a dondolo. << E ho notato che sei sveglio, ciò significa che sei agitato quanto me >> concluse.
Harry scosse la testa. << Non sono proprio agitato… diciamo che non ho chiuso occhio perché più che altro sono impaziente. >>
Hermione sorrise annuendo. << Io non saprei neanche dirti ciò che provo… negli ultimi giorni ho provato un sacco di sentimenti messi insieme, ma non sono qui per parlare di questo… >> si bloccò imbarazzata. << Il problema è che sai meglio di me che lì fuori Voldemort ci farebbe fuori in men che non si dica… >>
<< Be’, non siamo tanto impreparati, abbiamo la capacità necessaria per metterlo fuori gioco per un po’ e… svignarcela… se accadesse qualcosa. >>
<< T’immagini se scoprissero che non siamo nei nostri letti? >> disse Hermione soprappensiero. << Passeremo gli attimi più brutti della nostra esistenza. >> aggiunse Harry.
<< Già e tanto se quando ci hanno salvato dai Mangiamorte non ci hanno spellato vivi e non credo che chiuderanno di nuovo un occhio se ci beccano… >>
<< Non lo faranno. >> disse Harry. << Per il semplice fatto che non ci faremo beccare né dai Mangiamorte né da nessun altro. >>
Hermione sorrise mentre la porta alle loro spalle si apriva.
<< Oh… sei qui… >> un Ron particolarmente assonnato sulla soglia della porta.
<< Ron? Ti sei svegliato senza che nessuno ti chiamasse?! >> disse Hermione alzandosi e ponendosi davanti a lui.
<< A-ha… >> sbadigliò. << Posso dirti una cosa in privato? >>
<< Certo… emh, Harry ci vediamo di sotto fra qualche minuto. >>
Harry annuì, vedendo i suoi migliori amici uscire dalla camera.
Poco dopo Harry raggiunse il pianerottolo, dove incontrò Ginny tutta pimpante.
<< Pronto per la passeggiata notturna? >> chiese.
<< Si, ma credo che tu lo sia più di tutti, sbaglio? >>
<< No, beh… diciamo che è un po’ di tempo che non vietiamo qualche regola e tutta questa buona educazione mi sta dando la nausea… E poi voglio semplicemente andare a trovare Fred e George, mamma e papà non erano particolarmente contenti quando sono ritornati oggi… >>
Harry capì, totalmente concorde.
<< Hai svegliato Ron per caso? >>
<< Chi io? Oh no, è sceso giù dal letto da solo… >>
<< Lui? Ronald? Stiamo parlando della stessa persona? >>
<< Ehi, ehi, non vi scandalizzate troppo, ok? >> disse qualcuno dietro di Harry, che si voltò immediatamente. Ron stava scendendo le scale con Hermione alle spalle, particolarmente imbarazzata e felice.
Anche Ron dal canto suo, era più rosso del solito.
<< D’accordo, muoviamoci allora. >>
I quattro uscirono nel buio della notte, così fredda da trafiggere le membra dei ragazzi.
Raggiunsero Charing Cross Station; e quando arrivarono nelle strade deserte che celavano il San Mungo, le mani di Harry si strinsero convulsamente intorno alla bacchetta.
Fortunatamente l’andata non fu poi così terribile, pensò Harry, visto che nessun Mangiamorte si era presentato davanti a loro.
Raggiunsero il vecchio negozio, diedero i loro nomi al vecchio manichino e entrarono, trovando un’ atmosfera completamente diversa da quella che regnava dietro di loro.
Luci bianche erano accese ovunque, illuminando anche gli angoli più nascosti. Una scopa stava spazzando solitaria accanto alla scrivania, dove un pigro guardiano stava ronfando beato.
Ron indicò una porta sulla destra che dava alle scale, così i quattro si diressero verso quella direzione, stando attenti a non destare la sentinella. Raggiunsero in breve il quarto piano ( LESIONI DA INCANTESIMO- FATTURE INELIMINABILI, MALEDIZIONI, APPLICAZIONE ERRATA DI INCANTESIMI ECCETERA), con le bacchette sfoderate nel caso di brutte sorprese. Giunti in cima le scale si guardarono intorno, c’èra un’infinità di stanze, e non sapevano chiaramente da quale cominciare.
<< Io vado di là…>> sussurrò Hermione girando a destra del corridoio. Ron guardò Harry, e seguì Hermione soffiando una cosa come: << Aspetta, non vorrai andare a cercarli da sola… >>
Ginny, di riflesso, incrociò lo sguardo di Harry e insieme imboccarono il corridoio sulla sinistra.
Spalancarono una decina di porte, e quando finalmente raggiunsero all’ultima, ormai sicuri di averli trovati, si trovarono davanti un letto di una piazza e mezzo, con una donna i cui denti erano cresciuti fino a livelli spropositati. Ginny si schifò a quella vista e chiuse immediatamente la porta. < Forse li hanno trovati loro… >> soffiò poi a Harry, poi ritornarono sui propri passi, ritrovandosi di nuovo in cima alle scale.
Ginny ogni tanto si alzava sulle punte dei piedi per cercare i volti di Hermione e suo fratello.
<< Ma si può sapere dove diavolo sono finiti? >> esclamò in un sussurro, ma non ebbe neanche avuto il tempo di terminare la frase che Harry vide un fioco Lumos provenire dal fondo del corridoio.
<< Non hanno neanche la forza di tornare qui e avvisarci, no, devono usare necessariamente un incantesimo in modo da spedirci direttamente nelle mani di Scrimgeour… >> disse poi irritata, mentre procedevano in quella direzione. Emise un debole gridolino poi, quando, giunti alla porta di Fred e George, vide i due gemelli fasciati quasi per la maggior parte del corpo. Colpita giunse accanto ai due gemelli, di cui a stento si potevano scorgere gli occhi chiusi, proprio mentre Harry varcava la porta superando Hermione, appoggiata allo stipite. Ron intanto, se ne stava in piedi davanti al loro letto sconvolto. Harry invece preferì restare nei pressi della porta, in modo da non interrompere Ron e Ginny, il cui silenzio trasmetteva un dolore che solo un fratello può provare nei confronti di un altro parente così stretto, nelle cui vene scorre il tuo stesso sangue…
Harry sentì Hermione rabbrividire a quella scena, infatti quando la guardò, lei distolse gli occhi aurei, con le gote dolcemente accarezzate dalla luce della luna. Harry quindi si avvicinò a lei, per rassicurarla forse, non lo sapeva con certezza, ma non pronunciò verbo, perché lei lo interruppe. << Se i Mangiamorte hanno attaccato Diagon Alley ci sarà un motivo non credi? >> chiese, incontrando gli occhi smeraldini del ragazzo.
<< Sai come sono fatti >> rispose Harry << Lo fanno per puro divertimento, non ci pensano due volte se devono attaccare qualcuno… >>
<< E’ quello che dico anch’io, ma non penso che abbiamo percorso un tragitto così lungo per saccheggiare solo Diagon Alley… Hanno altri scopi, me lo sento… >> disse, decisa.
<< Non si può mai sapere cosa passa nella mente di un Mangiamorte, lo si può solo immaginare… >> soffiò Harry facendo spallucce.
<< Lo stesso discorso vale per Voldemort. In fondo è da Lui che sono capitanati, quindi se i Mangiamorte hanno in mente qualcosa, è perché sono stati ordinati da Lui… E allora il problema è: cosa ha in mente Voldemort… >>
<< Se lo chiedono in molti e da tempo… >> sorrise Harry, facendo vagare lo sguardo sulla stanza alla sua destra. Vide Ginny asciugarsi gli occhi e Ron, impassibile, in piedi davanti alle due figure di Fred e George.
<< E la tua cicatrice? Ti fa ancora male? >>
Harry scosse la testa. << No, almeno non come l’ultima volta. Al massimo mi prude un po’… >>
Hermione annuì pensosa. << Questo si che è strano. Se Voldemort ha un piano e crede di poterci riuscire, sarebbe eccitato al momento, non trovi? >>
<< Forse non sa come raggiungere il suo obiettivo. >> disse Harry.
<< E’ probabile, si… >> disse Hermione riflettendo.
Ginny all’improvviso varcò la porta, uscendo in corridoio, piangendo convulsamente.
Harry guardò Hermione per un instante, poi raggiunse Ginny, aggrappata saldamente alla ringhiera delle scale, per sorreggersi.
<< Ginny… >> chiamò Harry in un soffio. Poi sentì dei singhiozzi provenire dalla sua destra.
LA vide, con le maniche della maglietta strette dei palmi, il volto pieno li lacrime, i capelli rosso fuoco circondarle il bel viso segnato dal dolore.
HArry la fece sedere sul secondo scalino della rampa che portava al quinto piano, le passò un braccio sulle spalle, rincuorandola.
<< Avanti, Ginny, calmati… >> disse asciugandole il viso bagnato.
<< Non è giusto…>> mormorò. << Stavamo così bene… e poi Lui ha rovinato ogni cosa… >> disse fra i singhiozzi. << E’ per colpa sua se adesso uno dei miei fratelli ha il volto sfigurato e altri due rischiano la vita! >>
HArry si sentì tremendamente in colpa. In colpa per non poter fare nulla, in colpa per essere così maledettamente inutile, in colpa per aver causato tutti quei problemi a una famiglia così felice. Ritrasse il braccio, appoggiò i gomiti sulle ginocchia, si passò una mano fra i capelli.
< E’ vero è colpa Sua. Ma è anche mia. Se non fossi mai nato tutto questo non sarebbe mai accaduto… >> ribadì ancora una volta, sostenendo che la sua tesi era molto più che avvalorata.
<< Se non fossi mai nato, io non sarei felice come solo con te posso essere, HArry. >> sostenne invece Ginny guardandolo, asciugandosi l’ennesima lacrima.
Il ragazzo abbassò lo sguardo, imbarazzato. Si passò nuovamente una mano fra i capelli, e solo allora si rese conto di quanto assomigliava a suo padre in fatto di comportamento rispetto alle donne.
Il suo gesto fece scoppiare Ginny in una breve risata. << Sei alquanto timido Harry Potter… >> disse con una voce altezzosa.
<< Leggermente… >> disse lui ironico facendola sorridere.
Ginny si asciugò nuovamente le guance, e con coraggio si alzò dalle scale, stiracchiandosi leggermente. << In fondo le loro condizioni non sono così critiche… >> disse poi ritornando seria e scendendo in fondo alla rampa, riferendosi a Fred e George. << Guariranno, la mia famiglia supererà anche questa… >> disse alla fine, porgendo una mano a Harry, invitandolo ad alzarsi.
Harry accettò l’aiuto e quando si alzò scoprì di essere a poca distanza dalla ragazza.
Stringendo i pugni s’impedì di passarsi una mano fra i capelli, anzi, si protese in avanti, mentre Ginny faceva lo stesso. Incontrò le sue labbra, così morbide sotto le proprie. Quando si divisero sembrava essere passato un anno; Harry notò gli occhi assottigliati della ragazza, le gote arrossate, la vena azzurrina del collo roseo pulsare violentemente.
Quella fu la dimostrazione che entrambi avevano provato la stessa cosa durante quel bacio, così superficiale secondo alcuni, ma che invece trasmetteva un sentimento indescrivibile con semplici parole.
In quel momento incontrarono Ron, decisamente paonazzo, e Hermione altrettanto imbarazzata. Con semplici sguardi, dato il momento, si dissero che era ora di andare.
Così ritornarono a casa, e secondo Harry di miracoli, apparte lo sfortunato evento accaduto ai due gemelli, ne erano successi in quella giornata. Si era riappacificato con Ginny e inoltre, quella era la loro prima escursione notturna rimasta impunita.



 
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wataaaaaaaa
view post Posted on 10/9/2007, 15:34




Alloraaaaaaaaa!!!Ti vuoi decidere a postare il prossimo capitolo!!!!T_T.....
 
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-Keir@-
view post Posted on 7/11/2007, 20:36




Wow... quanto è cambiato questo posto... è venuto troppo bene ora! che bello!


HOGWARTS INFESTATA
Capitolo 12



Harry quella mattina si svegliò di buon ora: scese pigramente le scale e attese che qualche altro componente della famiglia scendesse per fare colazione.
Si versò una tazza di latte, prese qualche biscotto preparato la mattina precedente dalla signora Weasley.
Improvvisamente sentì un rumore provenire dal corridoio principale, dal quale, Harry li sentiva benissimo, provenivano anche i sibili della vecchia mamma di Sirius.
Si affacciò sull’ingresso, con ancora la tazza in mano e i larghi pantaloni del pigiama che frusciavano ad ogni suo movimento.
La porta sbatteva, quasi come se qualcuno dall’esterno cercasse di aprirla. Si toccò le tasche dei pantaloni: niente bacchetta.
I suoi riflessi ormai concentrati al centouno per cento su quella porta, lo spinsero a pronunciare le parole: << Accio bacchetta >> molto silenziosamente. In quell’istante, un pigro bastoncino di legno scese levitante dalle scale, puntando verso di lui, mentre ancora la porta stava per essere sfondata.
Puntò la bacchetta contro il battente che presto sarebbe ceduto, si preparò alla ricerca di un incantesimo.
La maniglia stava per cedere, talmente stava venendo forzata.
Harry, molto lentamente, col cuore a mille, avvicinò la mano tremante alla maniglia, e strinse le dita intorno al pomello gelato, bloccandolo.
Poi spalancò la porta, pronunciando il primo incantesimo che gli venne in mente.

La pioggia fuori batteva rumorosamente contro i vetri della cucina, quella mattina, e l’atmosfera in cucina era pressoché pesante.
Harry se ne stava appoggiato al bancone della cucina ancora sconvolto; tutti gli altri erano intorno a lui, e intorno a un individuo, per il quale Harry provava un immenso odio.
Draco Lucius Malfoy era seduto sul divano, il volto stanco e insanguinato dal potente Sectumsempra di Harry, che lo aveva già colpito più di una volta.
Tutti fissavano i suoi occhi grigi e intensi con profondo disgusto, mentre lui a ritmo irregolare emanava sospiri per poter respirare, dato che l’Incarceramus di Hermione lo teneva paralizzato. D’altra parte, il Sectumsempra faceva effetto: il viso rude e troppo trascurato, i lunghi capelli perlacei macchiati del suo stesso sangue, gli davano un aspetto penoso.
<< Perché sei qui >> chiese Moody senza troppe cerimonie, puntandogli una bacchetta alla gola.
<< Il Signore Oscuro… >> sibilò semplicemente, con l’incantesimo che gli mozzava il fiato e il dolore del volto che lo lacerava.
<< E’ una trappola, Moody… >> sussurrò la signora Weasley, mentre la professoressa McGranitt, il signor Weasley e Lupin stavano intorno a Malfoy, con le bacchette puntate. Più lontano, Harry, Ron, Hermione e Ginny venivano tenuti a freno da Tonks, Kingsley e la signora Weasley.
<< No, non è una trappola. >> mormorò Draco. << Non sono solito farmi aggredire >>
<< Allora perché sei qui. >> ribatté Harry con profondo odio. La signora Weasley gli indirizzò un’occhiataccia.
<< Come hai fatto a scoprire Grimmauld Place >> continuò Ron.
<< Ragazzi! >> sibilò la signora Weasley, guardando male suo figlio e Harry, preoccupata.
<< Non si terrorizzi Molly, ora come ora non può mordere… >> disse Moody senza guardarla.
<< Allora rispondi, perché sei venuto qui?! >> urlò il signor Weasley.
<< Il Signore Oscuro ha un piano. >> disse Draco.
Lupin arricciò un sopracciglio. << E tu hai intenzione di dirlo proprio a noi? Sei un gran vigliacco Malfoy, e dire che avevi grandi capacità… >>
Draco abbassò lo sguardo. << Si è vero, sono un vigliacco. Ho creduto per molto tempo che il Signore Oscuro potesse essere l’unica fonte di salvezza. Non è così. >>
<< L’hai capito troppo tardi. >> lo interruppe Kingsley.
<< Non puoi liberarti dal suo giogo, lo sai benissimo. >> disse Lupin.
<< Si, lo so. Ma ho preferito avvertirvi. Almeno morirò per un buon proposito. >>
Lupin fissò Moody con fare molto incerto, e Malocchio d’altra parte, sembrava molto insicuro.
<< Come facciamo a credere che non è una trappola… >>
<< Avete ragione, non avete alcun motivo di fidarvi di me. Sta a voi decidere se ascoltarmi
o no. >> disse, socchiudendo gli occhi, come se fosse in agonia.
<< Deve essere curato, o non ci dirà niente… >> disse Molly Weasley appendendosi al braccio del marito.
<< Non merita cure. >> disse Moody. << Il dolore lo spingerà a confessarci il suo vero intento. >>
<< Avanti parla! >> gridò Lupin.
Draco Malfoy sospirò affannosamente, con fatica. << Il Signore Oscuro… - un altro sospiro – ha attaccato il castello… >> disse chinando il capo.
<< Guardami negli occhi, lurido verme! >> disse Moody pieno di ribrezzo, sollevandogli il capo con la bacchetta.
Gli occhi vacui e spenti di Malfoy si posarono su quelli di Moody, che con l’occhio blu elettrico strava ispezionando il traditore che aveva davanti.
<< Che significa “ha attaccato il castello”? >> disse Hermione facendosi avanti.
<< Ora… quella è la Sua casa… >>
Harry scosse la testa. << Tu menti. Questo è solo uno stupido tentativo di farci abbassare la guardia! >>
<< Non ha la bacchetta >> disse Moody, quando l’occhio si scollò da Draco. << Tipico atteggiamento dei fuggitivi. Hai una scorta di Mangiamorte appostati fuori la casa? >> chiese poi.
Tonks guardò Lupin e con un cenno della testa si diressero fuori, con le bacchette sfoderate.
Draco scosse la testa appena la porta di casa si chiuse, lasciando uscire Remus Lupin e Ninfadora, che sarebbero andati a perlustrare i limiti della casa. << No… niente di tutto questo. >> disse con stanchezza.
<< E’ impossibile che tu sia qui solo per fare un’opera buona. >> disse Ginny irritata al massimo. << Qual è il tuo piano? >> gridò poi.
<< Non ho un piano, volevo solo avvisarvi ci ciò che regna ora a Hogwarts. Per favore, portatemi ad Azkaban, voglio vivere il più velocemente possibile il mio destino… >>
Ginny guardò perplessa sua madre, la quale la guardava con ansia, stringendola forte a sé.
<< Che scena commovente. >> ironizzò Harry con voce piana di disgusto.
Draco guardò Harry per un attimo, ma non più con la solita sfacciataggine. Il suo sguardo era triste, spento, come non lo era mai stato. E ciò doveva significare qualcosa.
<< Avanti portiamolo alla prigione dei maghi… >> suggerì Hermione. << Così potrà starsene appassionatamente in cella con suo padre. >>
<< Un attimo. >> disse Moody. << Ho un’idea migliore. Harry vieni qui, tienilo d’occhio. >>
Harry sopraggiunse al posto di moody, mentre lui saliva ai piani superiori zoppicando.
La Signora Weasley affiancò Harry con la bacchetta sfoderata, per sicurezza.
Gli occhi smeraldini di Harry caddero su quelli di Draco, duri come non lo erano mai stati. Pieni di un odio indelebile. Di un ribrezzo che non sarebbe più andato via.
Il volto insanguinato di Malfoy nel frattempo era piegato su una spalla, con gli occhi socchiusi, in un’eterna agonia.
<< Deve essere curato, perdiana! >> sussurrò la Signora Weasley.
<< No… nessuna cura. Non ne sono degno. >> sussurrò senza alzare il capo.
<< Dio, quanto ti odio. >> disse improvvisamente Ron, guardandolo con disprezzo.
Draco non rispose, un atteggiamento del tutto insolito.
Poco dopo Moody scese nuovamente in cucina, con una boccetta in mano.
Veritaserum.
Draco sorrise. << Bella trovata. >>
<< Già… ora bevi, verme… >> disse Moody facendogli bere con la forza una quantità abnorme di Veritaserum, quando invece bastavano poche gocce. Draco dal canto suo, non oppose resistenza, mentre ingurgitava il liquido trasparente come acqua.
In quel momento la porta di casa Black si spalancò e Tonks e Lupin entrarono dentro, bagnati fradici. Scossero la testa indirizzando lo sguardo a Moody e agli altri.
<< Niente Mangiamorte. >> disse Tonks affannata.
<< Etciù… no, niente di niente… >> starnutì Lupin.
Harry tornò a guardare Draco. Ora da lui avrebbero ottenuto solo la verità.
Il corpo della Serpe fu scossa da movimenti improvvisi e involontari; dopodiché Moody iniziò l’interrogatorio.
<< Sei solo? >>
<< S-si! >> disse Draco in preda al dolore più lancinante, gettando la testa all’indietro, col sangue che ancora scorreva dalle ferite infertegli sul volto.
<< Perché sei qui? >>
<< I-io… volevo… avvertirvi!! >> urlò.
Parole che HArry aveva già sentito.
<< Perché? >>
<< Il Signore Oscuro ha preso possesso di Hogwarts! Da lì può controllare tutto! >>
<< Perché l’hai detto proprio a noi? >> chiese Hermione.
<< S-sono stanco… di giocare sporco… >> mormorò, quando il dolore sembrò svanire.
<< Come hai fatto a scoprire Grimmauld Place? >> urlò Harry.
<< Il Signore Oscuro ha fatto delle ipotesi su dove Potter potesse essere nascosto… >>
<< Ed è arrivato fino a questo posto? >> disse la signora Weasley terrorizzata.
<< N-no! Il Signore Oscuro pensa ancora che Potter sia alla Tana… >>
<< Abbiamo fatto bene a trasferirci Molly… >> disse il signor Weasley sollevato.
<<… ma … ma ha scoperto che potenti incantesimi la circondano!! >>
Molly Weasley sorrise. Un regalo di Percy.
Draco intanto continuava a scuotersi incatenato al divano, in preda al dolore che era solo apparentemente scomparso.
<< Sai altro? >> chiese Tonks.
<< No! Solo che il Signore Oscuro è ad Hogwarts! >>
<< Sei ancora un Mangiamorte? >> chiese Harry a bruciapelo.
<< Nessuno dei servitori del Signore Oscuro smette mai di esserlo!! >> disse Draco con occhi serrati, mentre ancora si contorceva.
<< Dunque lo sei? >> chiese la professoressa McGranitt.
<< Si! >>
Ci fu un attimo di silenzio, interrotto solo dal sospiro affannoso e dai lamenti di Malfoy, che d’improvviso cessarono.
Moody si alzò dalla posizione curva in cui si trovava, mentre l’occhio blu guardava dietro la testa piena di cicatrici, e si rivolse alla signora Weasley.
<< Molly per favore curagli la faccia o se la ritroverà come la mia. Più tardi lo porteremo ad Azkaban dal suo paparino… >> disse guardando poi Lupin, che annuì.
Harry fissò ancora una volta Malfoy, che lo guardò esausto.
La sola casa che restava da fare era portarlo in prigione, e vederlo impazzire fra decine di Dissennatori che gli avrebbero succhiato via i momenti più felici, e infine l’anima.
Meritava questo. Nient’altro.
 
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wataaaaaaaa
view post Posted on 12/11/2007, 19:55




O_O...oh mon dieu...[sbaglio oppure è più corto del solito?O_o..]Furetto mioooooo!!!!°ç°....[aliasi povelo malfoyuccioooo]
 
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-Keir@-
view post Posted on 12/11/2007, 20:06




ok... allora ne posto 2 alla volta d'ora e in poi... xp


UDIENZA STRAORDINARIA

Capitolo 13






Qualche giorno dopo, quando ormai Draco Lucius Malfoy era stato imprigionato, Phineas Nigellus fece irruzione in Grimmauld Place numero12 per avvertire i restanti membri dell’Ordine di un evento insolito…
<< Emh, emh… >> tossì (in stile Dolores Umbridge) dall’ingresso per cogliere l’attenzione di Ron e Harry che proprio in quel momento salivano le scale, dopo aver finito di cenare.
<< Oh, Phineas… >> disse Ron voltandosi al rumore, sorpreso. << Qualcosa non va? >>
<< Niente va di questi tempi, Weasley… >> disse il vecchio preside di Hogwarts, contrariato. <<sarei molto contento se mi chiamassi qualche adulto… >>
<< E io che sarei? >> chiese Ron a Harry, il quale fece spallucce.
<< Allora? >> chiese Phineas vedendo i due ragazzi esitare.
Ron soffiò una cosa come: << Che ingiustizia… >>, poi gridò a gran voce: << I membri dell’Ordine sono desiderati all’ingresso!! >>
Pian piano, dalle scale, scesero Moody e Kingsley col signor Weasley, i quali stavano lavorando a un piano di marcia per l’Ordine, mentre dalla cucina vennero la signora Weasley e la McGranitt, seguiti da Tonks e Lupin che si tenevano la mano con le dita intrecciate.
<< Cosa succede? >> chiese un’isterica signora Weasley, con le mani impiastricciate di una strana brodaglia marrone << Stavo preparando i muffin per domani mattina! >>
<< Lasci perdere i muffin, Molly… Questo è più importante di semplici dolcetti… squisiti aggiungerei… >> mormorò Nigellus.
<< Oh, Phineas! Qual buon vento, vecchio mio! >> disse Moody vedendolo.
<< Malocchio! Sei ancora vivo, vedo! >> disse Phineas.
<< A quanto pare… avanti, cosa ti spinge ad attraversare centinaia di quadri per raggiungere questo posto dimenticato da Dio?>> chiese Tonks.
In quel momento Ginny e Hermione sopraggiunsero, con le loro camicie da notte, probabilmente stavano per andare a letto.
<< Il Ministro ha fissato una data per l’udienza di Malfoy junior… >> disse, mezzo contento.
<< Che strana coincidenza. >> disse il signor Weasley, battendo le lunghe braccia lungo le gambe avvolte in dei pantaloni dall’aspetto caldo.
<< Già… mi sembra chiaro, è un Mangiamorte, non ha bisogno di un’udienza… >> disse Ginny.
<< Invece il nostro vecchio Scrimgeour vuole “testare la sua sincerità”… >> intervenne Phineas.
<< Che c’è da testare se gli avete dato il Veritaserum? Ha detto la verità, non c’è alcun dubbio… >> chiese Tonks stranita.
<< In pratica vuole estorcergli altre informazioni… >> disse Lupin scuotendo la testa, incredulo, rispondendo a Ninfadora.
<< Più di quante ce ne ha già dette? Vuole fargli bere due fiale di Veritaserum per caso? >> disse Hermione stranita. << Ci ha già detto tutto quello che sa… >>
<< Potremmo non avergli chiesto abbastanza… >> disse Harry pensoso.
<< Se tre gocce di Veritaserum potrebbero far rivelare a Voldemort tutti i suoi più oscuri segreti, allora l’intera fiala che Moody ha somministrato a Malfoy l’altro giorno deve averci dato per forza risultati soddisfacenti! >> ribatté Hermione, orripilata.
<< Lo stai difendendo? >> chiese Ron, strabuzzando gli occhi.
<< Non ho mai detto questo! Ma Malfoy resta comunque un mago come noi, troppo Veritaserum potrebbe fargli male! >> ritrose lei.
<< E se si sente male non può darci più informazioni… >> dedusse Moody. << Si, sono d’accordo. Basta Veritaserum. >>
<< Non puoi deciderlo tu Alastor. A Scrimgeour resta una testimonianza indiretta, credi che gli basterà? >> disse la McGranitt riflettendo.
Moody assottigliò le palpebre (tutte e due) pensando e contorcendo la piaga che fungeva da bocca.
Vi fu poi un momento di silenzio, interrotto da Nigellus: << Comunque sia, il Ministro desidera la vostra presenza; l’udienza avrà luogo venerdì 20 dicembre alle ore 11,00 al Ministero della Magia. >> recitò a memoria.
<< Ci saremo >> sentenziò Lupin.
<< Ora devo andare… mi chiamano al Ministero… >>
<< Ah, Phineas! >> disse Ron all’improvviso.
<< Si Weasley? >> chiese lui prima di scomparire dal quadro.
<< E’ vero che… che adesso Hogwarts… è la casa di Tu-Sai-Chi? >> soffiò Ron.
<< Temo di sì purtroppo… L’entrata per il quadro nell’ufficio del Preside è sbarrata… credo che mi rivedrete qui ogni tanto, si… ora devo scappare… Arrivederci, Ordine >>
<< Ciao Nigellus >> disse Moody con una specie di sorriso; poi si avviò zoppicando in cucina, seguita da una febbrile signora Weasley tremendamente preoccupata per i suoi muffin.
<< Tu cosa ne pensi, Harry? >> chiese Ginny affiancando il ragazzo.
<< Non so cosa pensare in effetti… forse Hermione ha ragione, troppo Veritaserum potrebbe causare effetti non particolarmente positivi su Malfoy… >>
<< Ma è un Mangiamorte! >> soffiò Ron rosso in viso, mentre il signor Weasley, Moody e Kingsley raggiungevano il piano superiore accompagnati da Lupin.
<< Resta comunque un mago come noi, forse di un altro tipo, ma è sempre un mago! >> ribatté Hermione stizzita.
<< Sei troppo buona Herm… >> disse Ginny.
<< Herm? Che razza di nomignolo è? >> disse Ron stranito, mentre raggiungevano le proprie camere; Arthur e gli altri nel frattempo a poca distanza da loro, si chiusero la porta alle spalle.
<< Taci, l’ho inventato io… >> disse Ginny.
<< Ehi, non ricominciate voi due, ok? >> disse Hermione guardandoli irritata.
<< Che faranno lì dentro? >> chiese Harry curioso fissando la porta che era appena stata chiusa con violenza.
<< “Un piano di marcia, non avete bisogno di sapere altro” >> scimmiottò Ron, imitando sua madre. << Odio quando fa così… ci tengono all’oscuro di tutto e non mi sta bene… >> disse poi scarlatto in viso, con le mani nelle tasche dei jeans.
<< A nessuno va giù, Ron >> disse Harry, avvicinandosi di soppiatto alla porta.
<< Sei impazzito? >> disse Hermione, spingendolo indietro, verso di sé. << Moody non ci metterebbe molto con quell’occhio a vederti fuori alla porta! Credi che sarà buono come l’ultima volta? >>
<< Andiamo Hermione, voglio solo origliare… >>
<< E ti sembra poco? >> disse lei.
<< Shhh! Non sento niente! >> disse Ginny avvicinandosi maggiormente al battente.
<< Voi siete matti… Moody ti avrà già visto. >> sentenziò Hermione incrociando le braccia sul petto.
Improvvisamente da dietro la porta si sentì esplodere qualcosa.
Forse un avvertimento, pensò Harry.
Ginny sussultò, gettandosi all’indietro.
Hermione d’altro canto era rimasta immobile, con il suo tipico sorrisetto dipinto sulle labbra color ciliegia.
<< Caccabombe. >> disse. << La porta è Imperturbata. >> fece notare lei, indicando il battente ancora intatta nonostante l’esplosione.
<< Peccato, con Moody non puoi mai farla franca… >> disse Ginny ritornando sui suoi passi.
<< Pro-pro… propongo di andare a dormire, sono stanchissimo… >> farfugliò Ron, sbadigliando.
<< Avete per caso una scorta di Orecchie Oblunghe? >> chiese Ginny all’improvviso.
<< La porta è Imperturbata, neanche le Orecchie ci passano. >> fece notare Harry.
<< Ah, già… beh, io andrei a letto. ‘Notte… >>
<< Ciao… >> disse Harry baciandola su una guancia. Hermione raggiunse Ginny con uno strano cipiglio e Ron seguì Harry nella loro camera.
I giorni passavano velocemente, e il freddo ormai penetrava fin dentro le ossa in un modo impressionante.
Quella mattina del venti dicembre, sovrastati da un cielo plumbeo e opprimente, i ragazzi si mossero verso il Ministero della Magia, con gli adulti al seguito, escluso il professore Lupin, il cui istinto animale si era svegliato quella notte sovrastata da un’imponente luna piena.
<< Odio le giornate così… ti mettono ancora più voglia di tornartene al letto >> mormorò Tonks i cui capelli erano di un grigio chiaro.
<< Vedo che condividiamo lo stesso pensiero… >> commentò Ron, sbadigliando a sua volta.
<< Avanti, sono le dieci e mezza, è impossibile che avete ancora sonno… >> disse Hermione stringendosi nel suo cappotto.
<< Io ce l’ho… >> disse Ron con gli occhi lucidi.
<< Forza gente muovetevi, o perderemo il treno! >> gridò Moody indicando il mezzo che stava passando proprio il quel momento.
<< Vado a obliterare i biglietti! >> gridò il signor Weasley tutto eccitato. << Harry, Hermione, datemi una mano! >>
I due ragazzi corsero verso il signor Weasley, dividendosi gli undici biglietti e annullandoli uno dopo l’altro.
Mentre gli altri raggiungevano il treno e le porte si chiudevano, i tre riuscirono a stento a salire, infilandosi nell’affollato treno giusto per miracolo.
Arrivati nella strada solitaria non più circondata la miliardi di palazzi come accadeva per il cuore di Londra, si mossero verso la sbrindellata cabina telefonica.
< Forza, tutti dentro, su, su! >> li incitò il signor Weasley. Harry su letteralmente schiacciato contro l’impianto telefonico; poi da qualche parte intorno a lui sentì dire: << Moody, faccia piano con quel bastone! >> e ancora: << Papà, non credo che undici di noi possano entrare in questo coso! >>
<< Ci entriamo figliolo, non preoccuparti! >>
<< Tonks i tuoi capelli cominciano a darmi fastidio sul serio! >>
<< Silenzio! >> urlò la signora Weasley. Nella cabina ci fu una calma improvvisa. << Oh, finalmente. Kingsley, tu che sei il più vicino al telefono, componi quel maledetto numero prima che perda l’uso delle gambe! >>
<< Signor sì! >> disse lui, scherzosamente.
Harry sentì la ruota del telefono girare, e poi la famosa voce di donna femminile riempì il piccolo abitacolo e, quando chiese perché facessero visita al Ministero, ebbe come risposta da Moody: << Siamo stati invitati all’Udienza di Malfoy junior, e ora ci faccia scendere! >>
In quel momento dalla base dell’impianto, uscirono undici targhette con su scritto: Invito a Udienza straordinaria.
Quando tutti l’ebbero posta sui giubbini, la cabina prese a scendere e dopo pochi minuti di oscurità, una forte luce l’investì.
Presero gli ascensori dopo aver effettuato il controllo della bacchetta nell’Atrium, e dopo pochi istanti, eccoli varcare la porta di una stanza che Harry aveva già visto in un ricordo altrui…
<< Salve >> disse un impacciato Moody, attraversando l’aula rettangolare, seguito dagli altri. Quando tutti furono seduti, il Ministro Scrimgeour si schiarì la voce. << Fate entrare il condannato e il suo corrispondente. >> disse semplicemente a due guardamaghi che sorvegliavano l’uscita. Questi aprirono i battenti della porta e immediatamente altri due maghi che spingevano avanti il prigioniero, entrarono nella stanza, seguiti da un secondo prigioniero.
Harry si raddrizzò per vedere meglio e quando riconobbe la prima figura che strascinava i piedi per terra, non riconobbe ciò che vedeva.
Draco Lucius Malfoy, con i capelli di un biondo platino effettivamente sporchi, aveva ferite sanguinanti dappertutto e dietro di lui, Lucius Malfoy lo seguiva altero, con quell’orgoglio che Harry di lui tanto odiava.
Accanto a sé, Harry sentì Hermione sussultare davanti a Malfoy junior.
Gli occhi di Draco, di un grigio denso, guardavano intorno, fra i partecipanti all’udienza, fino ad arrivare al Ministro, il qualche chiese: << Portatemi la pozione. >>
In quel momento una fiala contente un liquido trasparente venne Materializzata sul bancone del Neoministro.
Scrimgeour la controllò più volte, e la passò, levitandola, a Lucius Malfoy che gli scoccò uno sguardo interrogativo. << Dalla a tuo figlio. So che forse farlo soffrire non toccherà minimamente i tuoi sentimenti, ma se ciò accadesse, voglio appunto che tu soffra come coloro che hanno subito le torture della casata dei Malfoy. >>
Lucius Malfoy fissò la boccetta, poi guardò suo figlio. Esitò qualche istante, giocherellò con il tappo della fiala, non sapendo se aprirla o meno. Infine, però, fece ingollare con forza la pozione a Malfoy junior.
Scrimgeour sorrise soddisfatto, poi disse: << Draco Lucius Malfoy, ammetti, davanti a questa corte, di esserti consegnato spontaneamente agli invitati a questa udienza- indicò Harry e gli altri- e di essere, come già ci hai detto, un Mangiamorte? >>
Malfoy annuì, senza forze, con le mani legate da catene eccessivamente strette intorno ai polsi mentre una sedia malandata compariva dietro di lui. Nel frattempo ne apparse anche una per Malfoy senior, il quale si sedette, senza apparentemente ascoltare le rivelazioni del figlio.
<< E ammetti quindi, di essere stato, in quest’ultimo anno, un fedele servitore di Tu-Sai-Chi? >>
<< Si >> disse Draco chiaramente.
<< E giuri di fronte ai membri del Wizengamot, nonché davanti a me, di non avere altre informazioni da darci nei riguardi del tuo Signore? >>
Draco Malfoy non rispose, diede invece uno sguardo a suo padre, il quale non gli rivolse una sola occhiata.
<< Allora?>> tuonò il Ministro.
Il corpo del prigioniero si contorse, esimendosi dal dire una verità con una forza incredibile.
<< Parla, Malfoy! >> gridò ancora il Ministro.
<< NO! Il Signore Oscuro ha dei piani per sconfiggere Harry Potter! >> disse alla fine, non riuscendo più a trattenersi. Lucius sembrò in preda a un’ira incalcolabile.
Il cuore di Harry perse un battito. Hermione accanto a sé si coprì una mano con la bocca, e il signor Weasley e Moody fissarono il ragazzo, sbalorditi.
<< Che… che genere di piani? >> disse la signora Weasley con voce tremula.
<< Non lo so! Ma è felice, è molto felice! >> disse Malfoy contorcendosi ancora di più; evidentemente non voleva rivelare nulla al riguardo. << Stavolta ci riuscirà! >>
Harry continuava a fissare il corpo di Malfoy, scioccato, stranito, spaventato.
<< E gli altri Mangiamorte? Dove sono in questo momento, cosa fanno? >> chiese Scrimgeour.
<< I più fedeli al Signore Oscuro stanno lavorando a Notturn Alley basandosi sui piano che Lui ha creato! >>
<< Dicci di che piani di tratta!! >> esclamò feroce il Ministro.
<< Non lo so! >>
<< Lo sai benissimo invece! >> disse Scrimgeour torturandolo con la sola potenza della sua voce.
<< Non è vero, io non so niente! >> gridò lui, soffrendo a più non posso.
<< Parla o… >> stava dicendo il Ministro, ma venne interrotto da un’inaspettata riflessione di Hermione: << Non lo sa, quanto le ci vuole per capirlo?! >> urlò, esasperata.
Draco intanto ansimava, esausto.
Scrimgeour rivolse un’occhiata perfida alla ragazza, odiandola per il suo intervento.
<< E’ sotto Veritaserum, no? Non può fare altro che dire la verità! >> disse ancora Hermione.
Il Ministro, imbarazzato, prese a sistemare i fogli sul suo bancone già perfettamente in ordine.
<< La ragazza ha ragione, è inutile continuare così, non sa nient’altro. >> disse una donna seduta più in alto rispetto a Harry, una donna che lui non riconobbe.
<< Bene. >> disse semplicemente il Ministro. << Emh… si, Draco Lucius Malfoy io ti condanno a dieci anni di reclusione nella prigione dei maghi, ossia Azkaban. >> sbatté poi un piccolo martello sul bancone davanti a lui, intorno alla quale erano seduti gli altri membri del Wizengamot.
Draco sospirò, poi le sedie scomparvero e lui e il padre furono riportati in cella.
Mentre gli altri si alzavano per raggiungere le uscite, Harry, Ron, Hermione e Ginny rimasero seduti ancora per qualche minuto, allibiti, mentre gli altri confabulavano fra loro su ciò che avevano appena ascoltato.
<< Lui… Lui sa dove ti trovi? >> chiese Ron ansante, voltandosi alla sua destra, verso Harry.
<< Non credo. >> affermò Harry fissando il punto in cui prima c’era Draco Malfoy.
<< Resta da scoprire come abbia fatto Draco a scoprire Grimmauld Place. >> disse Ginny, preoccupata. << Tempo fa disse solo che Voldemort sapeva che Harry risiedeva alla Tana… >>
<< E’ impossibile. Piton avrà detto a Voi-Sapete-Chi dell’Ordine e quindi anche di dove prende luogo. >> rifletté Ron.
<< E se non l’avesse fatto? >> chiese Hermione.
<< Chi, Piton? Oh, andiamo, ormai credo si abbastanza chiaro che non è dalla nostra parte, dopo che ha ucciso Silente. >> disse Harry.
<< E da ciò si deduce per logica, che Voi-Sapete-Chi sa dove ci troviamo. >> disse Ron.
<< Malfoy ha detto il contrario… che sia stato Confuso? >> disse Ginny guardando gli altri con occhi assottigliati.
<< Confuso o no, non sono affari che vi riguardano. Ora alzate le chiappe e muovetevi, è ora di pranzo. >> disse Moody in piedi davanti a loro, incitandoli a uscire.
I ragazzi sbuffarono, e quasi all’unisono, raggiunsero l’uscita.




LATIBULUM SCELESTORUM

Capitolo 14




Harry si avviò per la strada larga e deserta, circondata da piccole casette illuminate dalla luce della luna.
Aveva scelto di seguire Lupin e Moody, i quali avanzavano decisi verso un raduno di Mangiamorte nei pressi di Notturn Alley.
<< Sapete, non mi convince molto. Quel Malfoy non me la dice buona… >> mormorò Moody una volta che ebbero raggiunto Hogsmeade.
<< Era sotto effetto del Veritaserum Alastor, non c’è niente di cui preoccuparsi. >> disse Lupin.
<< Ma tu non hai visto chi gliel’ha somministrato. >>
<< Il mio spirito animale si era magicamente svegliato quella notte, Moody. La mattina ero ancora un po’ scosso…>> ironizzò Lupin.
<< Lo so, ma ti avranno detto chi è stato. Quindi, chi ti dice che il vecchio Lucius Malfoy non abbia modificato quell’accozzaglia di ingredienti per mettere in salvo suo figlio? >>
<< La pozione è stata controllata prima che gliel’avessero data, professore… >> disse HArry, dietro di loro.
<< Oh, possibile mai che sono il solo che vede le cose sotto un altro occhio? >> disse Malocchio. Lo sguardo di Harry si posò sull’energico bulbo oculare di un colore blu elettrico.
<< E’ inevitabile Moody, per noi è impossibile. >> disse Lupin con un sorrisetto.
<< Ah, ah molto divertente. >> disse Moody.
<< Scrimgeour ha controllato la pozione, poi. >> disse Harry ricordando. << E’ il Ministro della Magia, non può aver mentito. >>
<< E’ un mago Harry. Se vuole mentire, mente, come tutti gli altri maghi. Non dirmi che hai sempre detto la verità, ragazzo… >> disse Lupin.
Harry chinò la testa. Delle bugie che aveva detto nei suoi diciassette anni di vita, ormai aveva perso il conto.
<< Come immaginavo. Quell’udienza è stata praticamente inutile. Malfoy senior ha dato la pozione a suo figlio per volere di Scrimgeour… “Voglio che soffriate, Lucius, come coloro che hanno subito le torture della casata dei Malfoy…” ha detto…>> disse Alastor pomposo. << E inoltre ha pure controllato il Veritaserum. Quale udienza migliore di questa, mi chiedo… >> aggiunse poi ironico.
<< Ehi, ci siamo. E’ questo il posto. >> annunciò Lupin ponendosi davanti a Harry, il quale lo affiancò.
<< Credo di sapermi difendere da solo. >> bisbigliò Harry nel buio della notte.
<< Dove sono? >> disse poi Moody guardandosi intorno, vedendo che davanti a sé c’era solo un grosso spiazzo di terra. << L’avevo detto che la faccenda dell’udienza mi puzzava! >>
<< Disilludiamoci. Così se li troviamo non potranno vederci… >>
<< E dove vorresti trovarli? Vedi qualcos’altro oltre a questo ammasso di verde sporco? >> mormorò Moody stizzito.
<< Là… >> mormorò HArry sporgendosi oltre la lacera staccionata che delimitava i bordi del campo incolto. Aveva indicato una radura, dove l’erba alta sembrava essere stata tagliata per creare un ovale nel terreno.
<< Che diavolo… ? >> mormorò Lupin guardando lo spettacolo davanti a sé.
<< E’ alquanto ambiguo, non trovate? >> disse Moody.
Harry osservò meglio: avevano un nonsochè di familiare, forse…
<< I Babbani li chiamano “cerchi nel grano”. Per lungo tempo si credeva che fossero stati impressi nella terra da organi extraterrestri… >> ricordò infine.
<< Che fantasia. >> sorrise Moody.
<< Andiamo. Il posto è questo, non possiamo far altro che dare un’occhiata. >> sentenziò Lupin, scavalcando la staccionata agilmente. Harry lo seguì e insieme al professore aiutò Moody che aveva qualche difficoltà con la gamba finta.
Dopo essere inciampato almeno quattro volte, Harry raggiunse l’ovale che aveva visto da lontano.
<< Impressionante… >> commentò Lupin con interesse voltandosi intorno, col fiatone.
<< Questo cos’è… >> borbottò Moody chinandosi per terra. << Oh. Toh guarda. Un sacchetto contenente radici di Asfodelo tritate. >>
<< L’asfodelo è un ingrediente molto comune… >> rifletté Lupin, grattandosi quello che sembrava un sottile strano di barba.
<< E’ usato nella Pozione Polisucco… >> tentò Harry.
<< Vero. Ma non solo… >> disse Moody continuando a guardarsi intorno. << Un momento. Barty Crouch jr è ancora ad Azkaban, vero? Non vorrei ritrovarmi di nuovo in fondo a un baule. >>
Lupin asserì, sorridente.
Harry intanto continuava a guardarsi intorno, come ormai facevano tutti e tre: era sicuro che ci fosse qualcos’altro, o qualcun altro, poiché quell’aria sinistra che aveva assunto il campo era pressoché inquietante e quindi non poteva non celare qualcosa.
<< Questo fa parte dei “cerchi nei campi di grano”, Harry? >> disse Lupin notando che da un lato, i lunghi fili d’erba erano stati spostati in maniera così violenta, che alcuni si erano piegati all’esterno, formando una sentiero pieno di solchi.
Harry scosse la testa: erano troppo imprecisi per poter essere stati fatti apposta.
<< Quindi si presuppone che di qui siano passati i Mangiamorte un attimo prima che arrivassimo noi? >> tentò Moody, quasi ironico, Lupin, d’altro canto, lo guardò serio.
Infatti prese a correre verso quella direzione, seguito immediatamente da Harry, e infine da Malocchio, il più lento.
<< Perché avrebbero dovuto scappare invece di Materializzarsi? >> chiese Harry, con l’aria gelida che gli spezzava il fiato, mentre correva.
<< Questo è un luogo a rischio, e quindi protetto! Il Ministero sa bene che qui circolano oggetti di Magia Nera… prendi il diario di Riddle! >> disse Moody in risposta, dietro il ragazzo.
<< Notturn Alley è grande, Alastor! Non tutta è controllata dal Ministero, Harry ha ragione! >> proprio nel momento in cui Lupin si era fermato, Harry si bloccò in ritardo, davanti al professore: una montagna si stagliava di fronte a lui.
<< Siamo arrivati nel bel mezzo del niente… >> disse Moody lanciando incantesimi qua è là, sperando di centrare un Mangiamorte.
Gli occhi smeraldini di Harry però erano fissi sulla montagna. Da qualche parte, l’aveva già vista…
<< La fine di Hogsmeade e Notturn Alley, combaciano? >> chiese poi Harry indicando la montagna, rivolto ai due uomini stanchi.
<< Cosa? >> chiese Moody, riprendendo fiato.
<< Chiedevo se Hogsmeade e Notturn Alley combaciassero… >> ripeté Harry paziente.
<< Non saprei… beh, si, forse… >> fu la risposta.
Harry guardò Lupin, i cui occhi scuri erano centrati sul monte.
<< Non… quella è… un momento! >> rifletté Lupin con occhi sgranati.
<< Al tempo dei Malandrini, io e gli altri utilizzavamo una caverna, nascosta in una montagna, per passare insieme i fine settimana quando non avevamo nulla da fare. Mi ricordo che una volta spingemmo Codaliscia a raggiungere la parte opposta della montagna… quel piccolo imbecille stava per cadere. Tuo padre lo prese giusto in tempo, ma ricordo un campo, a quei tempi ben tenuto, su cui dava la montagna, e nella quale il piccolo Minus sarebbe stato direttamente sepolto… >> il professore guardò Harry, capendo. Lo sguardo di Harry si posò di nuovo sul monte.
<< Sirius invece portò me, Ron ed Hermione lassù, un giorno, quando tutti lo cercavano, al quinto anno. Gli portammo da mangiare, diceva che si era annoiato a mangiare solo topi… >> disse poi sorridendo malinconicamente.
Anche Lupin sorrise. << Forza andiamo. >> cominciarono a camminare, quando Alastor lo bloccò dicendo: << Non è meglio raggiungere Hogsmeade a questo punto? Ci risparmieremmo tutto questo pezzo di strada… >>
<< Giusto. Harry, attaccati a me, raggiungeremo l’altro versante con la Materializzazione Congiunta. Moody, ci vediamo lì. >>
Alastor fece un breve cenno col capo cicatrizzato, poi sparì con un grande Crak.
In seguito Harry fu colpito dalla famosa sensazione di soffocamento: credette di morire, quando… Cadde in ginocchio sull’asfalto freddo.
Accanto a lui, Moody si puliva il giaccone, Lupin squadrava la cittadina desolata con la bacchetta tesa. Si trovavano dall’altra parte della montagna, al termine di Hogsmeade, un luogo che Harry aveva già visto.
<< Per di qua… >> disse Lupin quando si fu assicurato che non ci fosse nessun altro in quel posto tranne loro.
Scalarono la montagna con fatica, trascinando Moody che non poteva cavarsela da solo.
Quando ebbero raggiunto l’insenatura molto familiare a Harry, quella che portava alla caverna interna, si bloccarono tutti e tre.
Se fossero entrati, cosa assolutamente impossibile data la loro stazza, avrebbero colto di sorpresa chi stesse soggiornando lì dentro. Se fossero rimasti lì impalati, dall’interno della montagna prima o poi li avrebbero scoperti, anche se non era escludibile la possibilità che non avessero già captato la loro presenza.
<< Che si fa? >> chiese Harry titubante.
<< L’insenatura è troppo stretta. Venite, conosco un’altra strada… Ah, Moody… credo sia meglio Disilluderci. >>
<< Stavo pensando la stessa cosa. >> fu la risposta.
Senza preavviso, qualcosa di gelato colpì la nuca di Harry, espandendosi per tutto il corpo fino alla punta delle dita dei piedi.
Era Disilluso e quindi non completamente invisibile. Aveva assunto la forma, la massa e il colore del macigno dirompente che si trovava alle sue spalle.
<< Si… dev’essere questo, si, si… >> mormorò Lupin davanti alla parete nuda della roccia che raggiunsero poco tempo dopo, facendo mezzo giro della montagna.
Harry vide Lupin concentrarsi, come se tentasse di ricordarsi qualcosa. Poi finalmente alzò il capo, contraendo gli occhi, forse nella speranza di non sbagliare. Dopodiché, finalmente pronunciò: << Latibulum scelestorum. >>
In quel preciso istante la pietra di smosse, come in preda a un terremoto immaginario, che colpiva solo la pietra però: infatti tutto intorno era perfettamente normale, neanche un filo d’erba si muoveva a causa della momentanea assenza di vento.
<< Questa non la sapevo… >> commentò Moody accorgendosi esterrefatto che la pietra stava svanendo a poco a poco. << Non è assolutamente normale. >>
<< Un’antica magia, ormai l’hanno tolta dai libri di scuola, al massimo la sostituiscono con l’Evanesco. >> disse Lupin sorridendo mentre entrava nel buio della caverna.
Un forte puzzo l’investì, a tal punto che Moody uscì per riprendere fiato prima di rientrare.
Harry intanto, con la bacchetta accesa in un lieve bagliore, si guardava intorno. Vi erano ragnatele dappertutto, ragni che zampettavano da ogni parte, e, notò anche, in un angolo alloggiava un panino più che stantio che forse era la fonte di quel brutto odore.
Sempre sul pavimento, poi, c’era anche una boccetta rotta, e accanto a essa un chiazza verde pallido che Harry non sarebbe riuscito a distinguere se la luce della luna non illuminasse quel pezzo di terra.
Stava per avvicinarsi ad essa, ma lupin lo bloccò fermamente dicendo: << Fermo. Non sfiorarla neanche con la suola delle scarpe. >>
<< Che cos’è? >> chiese Harry interessato, allontanandosi quasi subito. Nel frattempo la porta di pietra alle loro spalle cominciava a Evanescere e ritornare di nuovo solida.
<< Un piccolo diverbio fra nemici. Una pozione di cui non ti interessa il nome… So che sei molto schietto con Ron e Hermione e non vorrei finire dentro se quest’ultima sapesse di cosa si tratta… sai, con i suoi libri… >>
Harry annuì. Probabilmente se avesse chiesto a Hermione di una pozione pericolosa e verdognola, lei avrebbe saputo rispondere comunque.
<< Eccoci qui… si. Da qui si raggiunge la caverna interna attraverso un cunicolo. Per cui, tenete la testa bassa. >> li avvertì Lupin.
Si addentrarono nell’oscuro passaggio che Harry notò solo quando vi fu dentro: in effetti non sembrava cavo, dava più l’impressione di un ombra circolare sulla parete.
Lupin per fare luce, dovette accendere la bacchetta, dato che ormai erano immersi nell’oscurità, ma Harry, l’ultimo della fine, riusciva solo a distinguere una scura massa corpulenta davanti a lui: Moody.
Al termine del cunicolo si trovarono nella caverna, che era illuminata da un fuoco al centro, la cui luce dava uno strano colore arancionastro alle pareti.
Accanto al fuoco vi erano quattro coperte stese sul pavimento, una specie di raduno.
Ma poi, quando gli occhi di Harry si posarono su un uomo di spalle a lui, steso su una delle coperte, arretrò di passo, per paura di essere visto.
Moody però lo bloccò, e quando Harry cercò il suo occhio normale si rese conto che era invisibile, e ciò gli ricordò che era Disilluso e che quindi non poteva essere visto.
Appoggiò la schiena alla parete, per precauzione, sperando di essere diventato un tutt’uno con essa; in seguito si mosse verso destra, cercando di vedere chi fosse quell’uomo…
Si sentì addosso gli occhi di Lupin e Moody che nel frattempo stavano guardando qua e là per trovare qualcosa di interessante.
Forse era il caso di tornare indietro e non rischiare così di essere visti: se solo avesse calpestato qualcosa, il rumore lo avrebbe molto probabilmente rivelato all’uomo, ma la curiosità era troppo forte, voleva vedere chi fosse…
Sentì la cicatrice prudergli in un modo intollerabile, ma la lasciò perdere; avanzò quindi senza fare il minimo rumore, respirando impercettibilmente…
Quando fu alla destra dell’uomo, il suo profilo gli bastò per far tornare a galla tutto l’odio che provava per lui. IL cappuccio nero gli copriva i capelli unticci, il naso adunco si deformava ad ogni respiro. Severus Piton stava dormendo ai suoi piedi.
Gli occhi di Harry si posarono immediatamente su Moody e Lupin che davano le spalle a Piton: entrambi guardavano Harry adirati per essersi arrischiato così, ma quando capirono chi fosse quell’uomo steso a un centimetro dai piedi del ragazzo, Lupin si bloccò a stento, prima di provocargli qualche ferita letale.
Anche Harry però, provava uno strano sentimento, qualcosa che si scatenava dall’interno, che gli riportava alla mente tutti le ingiustizie che gli erano state inferte da quell’uomo, ma un solo ricordo prevaricava sugli altri, la morte di Silente.
Ebbene, quella non poteva essere altro che vendetta.
Vide Moody scuotere la testa verso la direzione del ragazzo e Harry ne capì il motivo solo quando si rese conto di aver estratto la bacchetta e averla puntata contro Severus.
Con una forza indescrivibile, Harry abbassò la bacchetta, tremante, ma proprio in quell’istante, una specie di frustata invisibile gli colpì la mano desta, facendo volare via il bastoncino… Severus era sveglio.
L’uomo si alzò in maniera così veloce che una folata di vento sferzò le fiamme del fuoco, quasi spegnendolo.
<< Potter… bene, bene, bene, e dire che questa sera saremmo venuti a prenderti… >> disse con voce baritonale, guardando oltre la nuca invisibile di Harry. Poi con rabbia aggiunse: << Ci hai facilitato il compito, stupido ingrato… ma ora veniamo al dunque… >> alzò la bacchetta, ma in quel momento Moody, alle spalle di Piton, pronunciò: << Crucio! >>
Harry vide le dita perlacee del suo vecchio professore stringersi in una morsa di dolore intorno alla bacchetta, mentre cadeva in ginocchio. Si contorse sul pavimento, accanto al fuoco e solo allora Moody e Lupin sollevarono l’incantesimo, ritornando di nuovo visibili. Harry intanto, aderiva ancora alla parete fredda della roccia, ascoltando in silenzio e con un pizzico di euforia, i lamenti accesi di Piton.
<< Allora Mocciosus… dicci, cos’hai in mente? >> mormorò Moody.
<< Non ti facevo… così codardo Moody… attaccare una persona alle spalle… ah, ah… >> disse Piton fingendosi spigliato mentre invece il dolore invadeva ogni parte del suo corpo provocandogli un dolore immenso.
<< Piantala di fare il finto disinvolto, e parla, se non vuoi che Alastor aumenti la dose di dolore… >> disse Lupin con un carico di odio che Harry non aveva mai ascoltato nella sua voce, mentre Moody si elevava su Severus con la bacchetta puntata.
<< Ah, ah… Lunastorta, che stolto che sei… credi davvero che un po’ di dolore possa spingermi a dire tutto? >> disse Piton con le mascelle quasi serrate.
<< Posso ucciderti sai? >> mormorò Malocchio, severo.
<< Non lo faresti mai, io sono una fonte d’informazioni per voi… non è così? >>
<< Se non ci riveli niente non sei altro che un essere inutile. >> disse Lupin.
<< Se non vi rivelo niente è perché sono fedele al mio Signore… e nulla potrà spingermi a rivelare i suoi piani! >> urlò poi.
Moody, adirato, strinse le dita paffute intorno alla bacchetta, aumentando la potenza del Cruciatus.
Harry, con orrore, vide la schiena di Piton sollevarsi dal pavimento e piegarsi verso l’alto, in preda al dolore.
<< Dicevi? >> disse poi, beffardo.
<< Non basta Malocchio, non basta! >> gridò Piton, facendo rimbombare la suo voce in tutta la caverna.
Alastor, verde di rabbia, rincarò la dose, spingendo Piton a gridare con quanto fiato aveva in gola << Morirò per il mio Signore! >>
Lupin poi, fece un cenno a Moody, lui annuì, abbassando la bacchetta, ponendo fine al Cruciatus.
La schiena di Piton aderì di nuovo al pavimento, mentre il suo torace si abbassava e si rialzava in maniera irregolare.
<< In molti sono impazziti col Cruciatus… basti ricordare i Paciock, non è così Severus? Dimmi, sei ancora nel pieno delle tue facoltà mentali? Vuoi morire ancora? Vuoi soffrire maledettamente? >> lo stuzzicò Lupin. << Sin da giovane sei stato un peso per tutti noi. Una palla al piede, molto più in là di quanto non lo fosse Codaliscia. >>
Gli occhi neri di Piton erano fissi sulla parete nuda, in un punto imprecisato accanto alla gamba sinistra di Harry.
<< Con i tuoi libri covavi una strana attitudine per le Arti Oscure… Hai insegnato a Hogwarts cercando di appropriarti del posto di Difesa… Volevi inculcare ai ragazzi qualche malefico piano per portarli dalla parte di Voldemort? >> gridò poi.
<< Non… hai… il diritto… di pronunciare il suo nome… >> disse con fatica Piton.
<< Oh, allora non sei muto… >> ironizzò Moody, affiancando Lupin.
<< Il suo nome lo pronuncio quando mi pare e piace… >> mormorò Lupin che ormai Harry a stento riconosceva. << Adesso parla, se non vuoi che ti cancelli l’ultima porzione di buon senso che ti è rimasta… >>
Piton sorrise, guardandolo con pupille estremamente dilatate. << Ora il gioco è finito, Lunastorta… Ti sei divertito fin troppo, ora è il mio turno. >>
<< Ah, ah! E come vorresti divertirti? Fra un mago in piedi e uno a terra e senza forze, chi credi che avrà la meglio? >> disse Lupin.
Piton gli rivolse un sorriso beffardo. << Come tu hai i tuoi alleati, io ho i miei… >>
Lupin lo guardò senza capire, ma Harry sapeva ciò che stava dicendo.
<< Professore!! >> urlò Harry all’indirizzo di Lupin. Lui gli rivolse un ultimo sguardo prima di cadere a terra, inconscio.
Moody si voltò: dietro di lui, tre Mangiamorte gli stavano andando in contro rivolgendogli ogni tipo di incantesimo che lui prontamente evitava.
Lo sguardo di Harry si posò su Piton, ormai seduto sul pavimento, mentre si accingeva ad alzarsi,
Senza pensarci due volte, Harry si guardò intorno, cercando la sua bacchetta.
Purtroppo il fuoco non illuminava tutta la caverna per cui si accovacciò, tastando il pavimento in ombra.
Non si voltò: preferiva non vedere cosa stesse passando Malocchio.
Improvvisamente però, sentì qualcosa di caldo ma duro come una stoccata, colpirgli la nuca. Era tornato visibile.
Si massaggiò involontariamente la testa, e in quel preciso istante una mano affilata gli si strinse intorno al collo, sollevandolo in aria, contro la roccia…
Harry sentì l’aria spegnersi lentamente in gola, mentre osservava due profondi occhi neri separati da un naso adunco che quasi sfiorava il suo…
<< Avanti, Potter, fammi vedere che sai fare. >> disse Piton davanti a lui.
Harry scalciava e scalciava, cercando di allontanarlo da sé. Lui però rimaneva impassibile, e ormai Harry annaspava a fatica…
Proprio quando si convinse di non farcela, Piton allontanò il lungo braccio dal suo collo, facendolo cadere con le ginocchia per terra, permettendo all’aria di entrare nei polmoni del ragazzo…
Piton poi diede un calcio nel fianco di Harry, provocandogli un dolore immane, facendogli aderire la schiena al pavimento freddo.
<< Che ne dici se ora vieni con me, piccolo ingrato? >> disse con finta parsimonia.
Harry, che a stento riusciva a respirare, lo guardò con disprezzo. << Percepisco… odio… è il tuo, Potter? >>
Harry guardò alle spalle del suo ex professore, vedendo Moody esausto ma deciso mentre combatteva contro i tre Mangiamorte con tutte le sue forze…
Approfittando poi della disattenzione di Piton, allungò il braccio sinistro, tastando il pavimento, alla ricerca della sua bacchetta. Immediatamente la trovò: era fredda, ruvida, rovinata.
La alzò verso Piton pronunciando il primo incantesimo che gli venne in mente…
<< Stupeficium! >> gridò con quanto fiato aveva in gola.
Piton si era appena voltato quando l’incantesimo gli si schiantò addosso: venne respinto contro la parete opposta e poi si accasciò lungo di essa, raggiungendo il pavimento.
Quanto si fu accertato che era incosciente, corse ad aiutare Moody ormai all’estremo delle forze.
<< Impedimenta! >> urlò il ragazzo, all’indirizzo di un Mangiamorte piuttosto basso che stava per attaccare Moody alle spalle.
Moody si voltò, guardando Harry e facendogli un cenno di ringraziamento. Poi, ritornò al suo combattimento contro un Mangiamorte incappucciato dall’aria estremamente familiare.
Harry si occupò dell’altro Mangiamorte, facendo sempre attenzione che Piton rimanesse svenuto.
Il suo avversario un tipo abbastanza furbo all’apparenza, non faceva altro che colpirlo con una sfilza di incantesimi di cui Harry non conosceva l’esistenza, non concedendogli quindi il tempo di reagire.
Nel frattempo, scorse un piccolo movimento ai suoi piedi: Lupin si stava rialzando, piuttosto confuso e il Mangiamorte basso che Harry aveva bloccato prima la stava raggiungendo nuovamente. Il ragazzo si trovava in uno stato confusionale, forse sarebbe stato meglio restare a Grimmauld Place… Ma ecco che Lupin, riacquistato il controllo sé, colpì il Mangiamorte con cui Harry stava combattendo, portandolo in svantaggio, e poi schiantando l’altro basso, che poi sconfisse definitivamente un attimo dopo per poi correre da Moody che sembrava sul punto di svenire.
HArry approfittando del suo improvviso vantaggio, colpì il Mangiamorte con un Impedimenta, bloccandolo per qualche minuto.
Stava riprendendo fiato quando… Qualcosa di gelido sembrò attraversagli il corpo, imprimendo nella pelle un freddo pungente… Si voltò appena in tempo per vedere Piton con la bacchetta alzata e per notare che stava letteralmente ghiacciando: i suoi piedi erano avvolti da una coltre di ghiaccio che piano piano si solidificava sempre di più.
Non capiva che incantesimo fosse, quindi entrò in uno stato di panico, non sapendo cosa fare, mentre veniva immobilizzato dal ghiaccio che aveva raggiunto i fianchi.
Cercando un incantesimo per bloccare il ghiaccio, notò che Piton era piuttosto scosso: un rivolo di sangue gli scorreva lungo la tempia sinistra, forse l’impatto era stato talmente forte che non aveva ancora riacquistato il pieno controllo. Poco dopo infatti, svenne, accasciandosi a terra.
Il ghiaccio però continuava a salire e Harry cercava di spremersi le meningi pensando a qualche incantesimo che contrastasse il ghiaccio…
<< Ma certo! >> pensò poi ad altra voce quando anche la parte superiore del corpo era stata ghiacciata. << Incendio! >> urlò alla fine.
Con infinita calma, il ghiaccio cominciò a fumare, e quindi a squagliarsi addosso a Harry diventando acqua bollente che lo rese bagnato fradicio fino al midollo.
Si voltò, cercando i due professori. Entrambi respiravano forte, esausti, mentre legavano i tre Mangiamorte.
<< Oh… Tiger e Goyle… >> disse Moody guardando due dei tre incappucciati.
Quando Harry li guardò, si accorse che non erano il Tiger e il Goyle che conosceva lui: erano infinitamente più vecchi, i volti pieni di cicatrici, gli occhi spenti e il corpo pieno di ferite. Tiger e Goyle senior.
<< E tu sei…? >> disse Lupin scoprendo il cappuccio del terzo Mangiamorte. Lui scostò il capo, come per non essere scoperto. << E no, mio caro, non funziona così… >> disse Lupin sospirando forte, scoprendogli il capo.
Harry rimase sconvolto quando la luce del fuoco illuminò il volto del ragazzo.
I capelli neri una volta corti, gli sfioravano le guance cianotiche, gli occhi scuri saettavano da un viso all’altro e quando si fermarono su quelli di Harry, abbassò il volto magro.
<< Ci conosciamo? >> chiese Moody squadrandolo dall’alto in basso.
<< Io ti ho visto già, da qualche parte, ma non ricordo dove… >> mormorò Lupin guardando il ragazzo con occhi assottigliati.
<< Ha giocato nella squadra del Puddlemore United… e poi nella Lifford Lions, poco tempo fa… >> mormorò Harry sconvolto.
<< Mmmh… giochi a Quidditch? >> disse Moody illuminato. << Ah, quanto mi manca… >>
<< Continuo a non ricordare… >> disse Lupin sforzandosi.
<< Oliver Baston. >> disse Harry fissando il ragazzo ai suoi piedi, che tenne il volto abbassato. << Perché? >> chiese poi, scioccato.
<< Il Signore Oscuro mi ha offerto molto di più di un semplice incontro di Quidditch, Harry. Mi ha garantito cose che tu non puoi neanche immaginare. >> disse in tono grave.
<< E ora guarda come ti sei ridotto. Certo che se devi fare cavolate tu le compi in grande. >> disse Lupin ricordando improvvisamente. << Ora mi ricordo di te. Hai giocato poco tempo fa, perdendo in un modo degno di un dilettante. >>
<< Non ditemi che è la partita su cui ho puntato 50 galeoni! >> gridò Moody.
<< NO Alastor, quello è successo nell’incontro contro i Greci… >> ricordò Lupin.
<< Ah già. >>
<< Ora ti conviene venire con noi… emh… numero 6. >> disse poi il professor Lupin, rimembrando il numero sulla maglietta di Baston. << Forza, alzati. >>
Baston lo guardò con fare beffardo sorridendo. << Non mi piegherò mai a voi, né a nessun altro che non sia il mio Signore. >> detto questo, si Smaterializzò con un grande Crak, seguito a ruota da Tiger e Goyle senior.
Lupin e Moody si guardarono sconvolti, mentre Harry tornò a guardare nel punto in cui aveva visto Piton svenire nuovamente.
Era scomparso.
 
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wataaaaaaaa
view post Posted on 29/3/2008, 19:30




*_*.....
 
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