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UDIENZA STRAORDINARIA
Capitolo 13
Qualche giorno dopo, quando ormai Draco Lucius Malfoy era stato imprigionato, Phineas Nigellus fece irruzione in Grimmauld Place numero12 per avvertire i restanti membri dell’Ordine di un evento insolito… << Emh, emh… >> tossì (in stile Dolores Umbridge) dall’ingresso per cogliere l’attenzione di Ron e Harry che proprio in quel momento salivano le scale, dopo aver finito di cenare. << Oh, Phineas… >> disse Ron voltandosi al rumore, sorpreso. << Qualcosa non va? >> << Niente va di questi tempi, Weasley… >> disse il vecchio preside di Hogwarts, contrariato. <<sarei molto contento se mi chiamassi qualche adulto… >> << E io che sarei? >> chiese Ron a Harry, il quale fece spallucce. << Allora? >> chiese Phineas vedendo i due ragazzi esitare. Ron soffiò una cosa come: << Che ingiustizia… >>, poi gridò a gran voce: << I membri dell’Ordine sono desiderati all’ingresso!! >> Pian piano, dalle scale, scesero Moody e Kingsley col signor Weasley, i quali stavano lavorando a un piano di marcia per l’Ordine, mentre dalla cucina vennero la signora Weasley e la McGranitt, seguiti da Tonks e Lupin che si tenevano la mano con le dita intrecciate. << Cosa succede? >> chiese un’isterica signora Weasley, con le mani impiastricciate di una strana brodaglia marrone << Stavo preparando i muffin per domani mattina! >> << Lasci perdere i muffin, Molly… Questo è più importante di semplici dolcetti… squisiti aggiungerei… >> mormorò Nigellus. << Oh, Phineas! Qual buon vento, vecchio mio! >> disse Moody vedendolo. << Malocchio! Sei ancora vivo, vedo! >> disse Phineas. << A quanto pare… avanti, cosa ti spinge ad attraversare centinaia di quadri per raggiungere questo posto dimenticato da Dio?>> chiese Tonks. In quel momento Ginny e Hermione sopraggiunsero, con le loro camicie da notte, probabilmente stavano per andare a letto. << Il Ministro ha fissato una data per l’udienza di Malfoy junior… >> disse, mezzo contento. << Che strana coincidenza. >> disse il signor Weasley, battendo le lunghe braccia lungo le gambe avvolte in dei pantaloni dall’aspetto caldo. << Già… mi sembra chiaro, è un Mangiamorte, non ha bisogno di un’udienza… >> disse Ginny. << Invece il nostro vecchio Scrimgeour vuole “testare la sua sincerità”… >> intervenne Phineas. << Che c’è da testare se gli avete dato il Veritaserum? Ha detto la verità, non c’è alcun dubbio… >> chiese Tonks stranita. << In pratica vuole estorcergli altre informazioni… >> disse Lupin scuotendo la testa, incredulo, rispondendo a Ninfadora. << Più di quante ce ne ha già dette? Vuole fargli bere due fiale di Veritaserum per caso? >> disse Hermione stranita. << Ci ha già detto tutto quello che sa… >> << Potremmo non avergli chiesto abbastanza… >> disse Harry pensoso. << Se tre gocce di Veritaserum potrebbero far rivelare a Voldemort tutti i suoi più oscuri segreti, allora l’intera fiala che Moody ha somministrato a Malfoy l’altro giorno deve averci dato per forza risultati soddisfacenti! >> ribatté Hermione, orripilata. << Lo stai difendendo? >> chiese Ron, strabuzzando gli occhi. << Non ho mai detto questo! Ma Malfoy resta comunque un mago come noi, troppo Veritaserum potrebbe fargli male! >> ritrose lei. << E se si sente male non può darci più informazioni… >> dedusse Moody. << Si, sono d’accordo. Basta Veritaserum. >> << Non puoi deciderlo tu Alastor. A Scrimgeour resta una testimonianza indiretta, credi che gli basterà? >> disse la McGranitt riflettendo. Moody assottigliò le palpebre (tutte e due) pensando e contorcendo la piaga che fungeva da bocca. Vi fu poi un momento di silenzio, interrotto da Nigellus: << Comunque sia, il Ministro desidera la vostra presenza; l’udienza avrà luogo venerdì 20 dicembre alle ore 11,00 al Ministero della Magia. >> recitò a memoria. << Ci saremo >> sentenziò Lupin. << Ora devo andare… mi chiamano al Ministero… >> << Ah, Phineas! >> disse Ron all’improvviso. << Si Weasley? >> chiese lui prima di scomparire dal quadro. << E’ vero che… che adesso Hogwarts… è la casa di Tu-Sai-Chi? >> soffiò Ron. << Temo di sì purtroppo… L’entrata per il quadro nell’ufficio del Preside è sbarrata… credo che mi rivedrete qui ogni tanto, si… ora devo scappare… Arrivederci, Ordine >> << Ciao Nigellus >> disse Moody con una specie di sorriso; poi si avviò zoppicando in cucina, seguita da una febbrile signora Weasley tremendamente preoccupata per i suoi muffin. << Tu cosa ne pensi, Harry? >> chiese Ginny affiancando il ragazzo. << Non so cosa pensare in effetti… forse Hermione ha ragione, troppo Veritaserum potrebbe causare effetti non particolarmente positivi su Malfoy… >> << Ma è un Mangiamorte! >> soffiò Ron rosso in viso, mentre il signor Weasley, Moody e Kingsley raggiungevano il piano superiore accompagnati da Lupin. << Resta comunque un mago come noi, forse di un altro tipo, ma è sempre un mago! >> ribatté Hermione stizzita. << Sei troppo buona Herm… >> disse Ginny. << Herm? Che razza di nomignolo è? >> disse Ron stranito, mentre raggiungevano le proprie camere; Arthur e gli altri nel frattempo a poca distanza da loro, si chiusero la porta alle spalle. << Taci, l’ho inventato io… >> disse Ginny. << Ehi, non ricominciate voi due, ok? >> disse Hermione guardandoli irritata. << Che faranno lì dentro? >> chiese Harry curioso fissando la porta che era appena stata chiusa con violenza. << “Un piano di marcia, non avete bisogno di sapere altro” >> scimmiottò Ron, imitando sua madre. << Odio quando fa così… ci tengono all’oscuro di tutto e non mi sta bene… >> disse poi scarlatto in viso, con le mani nelle tasche dei jeans. << A nessuno va giù, Ron >> disse Harry, avvicinandosi di soppiatto alla porta. << Sei impazzito? >> disse Hermione, spingendolo indietro, verso di sé. << Moody non ci metterebbe molto con quell’occhio a vederti fuori alla porta! Credi che sarà buono come l’ultima volta? >> << Andiamo Hermione, voglio solo origliare… >> << E ti sembra poco? >> disse lei. << Shhh! Non sento niente! >> disse Ginny avvicinandosi maggiormente al battente. << Voi siete matti… Moody ti avrà già visto. >> sentenziò Hermione incrociando le braccia sul petto. Improvvisamente da dietro la porta si sentì esplodere qualcosa. Forse un avvertimento, pensò Harry. Ginny sussultò, gettandosi all’indietro. Hermione d’altro canto era rimasta immobile, con il suo tipico sorrisetto dipinto sulle labbra color ciliegia. << Caccabombe. >> disse. << La porta è Imperturbata. >> fece notare lei, indicando il battente ancora intatta nonostante l’esplosione. << Peccato, con Moody non puoi mai farla franca… >> disse Ginny ritornando sui suoi passi. << Pro-pro… propongo di andare a dormire, sono stanchissimo… >> farfugliò Ron, sbadigliando. << Avete per caso una scorta di Orecchie Oblunghe? >> chiese Ginny all’improvviso. << La porta è Imperturbata, neanche le Orecchie ci passano. >> fece notare Harry. << Ah, già… beh, io andrei a letto. ‘Notte… >> << Ciao… >> disse Harry baciandola su una guancia. Hermione raggiunse Ginny con uno strano cipiglio e Ron seguì Harry nella loro camera. I giorni passavano velocemente, e il freddo ormai penetrava fin dentro le ossa in un modo impressionante. Quella mattina del venti dicembre, sovrastati da un cielo plumbeo e opprimente, i ragazzi si mossero verso il Ministero della Magia, con gli adulti al seguito, escluso il professore Lupin, il cui istinto animale si era svegliato quella notte sovrastata da un’imponente luna piena. << Odio le giornate così… ti mettono ancora più voglia di tornartene al letto >> mormorò Tonks i cui capelli erano di un grigio chiaro. << Vedo che condividiamo lo stesso pensiero… >> commentò Ron, sbadigliando a sua volta. << Avanti, sono le dieci e mezza, è impossibile che avete ancora sonno… >> disse Hermione stringendosi nel suo cappotto. << Io ce l’ho… >> disse Ron con gli occhi lucidi. << Forza gente muovetevi, o perderemo il treno! >> gridò Moody indicando il mezzo che stava passando proprio il quel momento. << Vado a obliterare i biglietti! >> gridò il signor Weasley tutto eccitato. << Harry, Hermione, datemi una mano! >> I due ragazzi corsero verso il signor Weasley, dividendosi gli undici biglietti e annullandoli uno dopo l’altro. Mentre gli altri raggiungevano il treno e le porte si chiudevano, i tre riuscirono a stento a salire, infilandosi nell’affollato treno giusto per miracolo. Arrivati nella strada solitaria non più circondata la miliardi di palazzi come accadeva per il cuore di Londra, si mossero verso la sbrindellata cabina telefonica. < Forza, tutti dentro, su, su! >> li incitò il signor Weasley. Harry su letteralmente schiacciato contro l’impianto telefonico; poi da qualche parte intorno a lui sentì dire: << Moody, faccia piano con quel bastone! >> e ancora: << Papà, non credo che undici di noi possano entrare in questo coso! >> << Ci entriamo figliolo, non preoccuparti! >> << Tonks i tuoi capelli cominciano a darmi fastidio sul serio! >> << Silenzio! >> urlò la signora Weasley. Nella cabina ci fu una calma improvvisa. << Oh, finalmente. Kingsley, tu che sei il più vicino al telefono, componi quel maledetto numero prima che perda l’uso delle gambe! >> << Signor sì! >> disse lui, scherzosamente. Harry sentì la ruota del telefono girare, e poi la famosa voce di donna femminile riempì il piccolo abitacolo e, quando chiese perché facessero visita al Ministero, ebbe come risposta da Moody: << Siamo stati invitati all’Udienza di Malfoy junior, e ora ci faccia scendere! >> In quel momento dalla base dell’impianto, uscirono undici targhette con su scritto: Invito a Udienza straordinaria. Quando tutti l’ebbero posta sui giubbini, la cabina prese a scendere e dopo pochi minuti di oscurità, una forte luce l’investì. Presero gli ascensori dopo aver effettuato il controllo della bacchetta nell’Atrium, e dopo pochi istanti, eccoli varcare la porta di una stanza che Harry aveva già visto in un ricordo altrui… << Salve >> disse un impacciato Moody, attraversando l’aula rettangolare, seguito dagli altri. Quando tutti furono seduti, il Ministro Scrimgeour si schiarì la voce. << Fate entrare il condannato e il suo corrispondente. >> disse semplicemente a due guardamaghi che sorvegliavano l’uscita. Questi aprirono i battenti della porta e immediatamente altri due maghi che spingevano avanti il prigioniero, entrarono nella stanza, seguiti da un secondo prigioniero. Harry si raddrizzò per vedere meglio e quando riconobbe la prima figura che strascinava i piedi per terra, non riconobbe ciò che vedeva. Draco Lucius Malfoy, con i capelli di un biondo platino effettivamente sporchi, aveva ferite sanguinanti dappertutto e dietro di lui, Lucius Malfoy lo seguiva altero, con quell’orgoglio che Harry di lui tanto odiava. Accanto a sé, Harry sentì Hermione sussultare davanti a Malfoy junior. Gli occhi di Draco, di un grigio denso, guardavano intorno, fra i partecipanti all’udienza, fino ad arrivare al Ministro, il qualche chiese: << Portatemi la pozione. >> In quel momento una fiala contente un liquido trasparente venne Materializzata sul bancone del Neoministro. Scrimgeour la controllò più volte, e la passò, levitandola, a Lucius Malfoy che gli scoccò uno sguardo interrogativo. << Dalla a tuo figlio. So che forse farlo soffrire non toccherà minimamente i tuoi sentimenti, ma se ciò accadesse, voglio appunto che tu soffra come coloro che hanno subito le torture della casata dei Malfoy. >> Lucius Malfoy fissò la boccetta, poi guardò suo figlio. Esitò qualche istante, giocherellò con il tappo della fiala, non sapendo se aprirla o meno. Infine, però, fece ingollare con forza la pozione a Malfoy junior. Scrimgeour sorrise soddisfatto, poi disse: << Draco Lucius Malfoy, ammetti, davanti a questa corte, di esserti consegnato spontaneamente agli invitati a questa udienza- indicò Harry e gli altri- e di essere, come già ci hai detto, un Mangiamorte? >> Malfoy annuì, senza forze, con le mani legate da catene eccessivamente strette intorno ai polsi mentre una sedia malandata compariva dietro di lui. Nel frattempo ne apparse anche una per Malfoy senior, il quale si sedette, senza apparentemente ascoltare le rivelazioni del figlio. << E ammetti quindi, di essere stato, in quest’ultimo anno, un fedele servitore di Tu-Sai-Chi? >> << Si >> disse Draco chiaramente. << E giuri di fronte ai membri del Wizengamot, nonché davanti a me, di non avere altre informazioni da darci nei riguardi del tuo Signore? >> Draco Malfoy non rispose, diede invece uno sguardo a suo padre, il quale non gli rivolse una sola occhiata. << Allora?>> tuonò il Ministro. Il corpo del prigioniero si contorse, esimendosi dal dire una verità con una forza incredibile. << Parla, Malfoy! >> gridò ancora il Ministro. << NO! Il Signore Oscuro ha dei piani per sconfiggere Harry Potter! >> disse alla fine, non riuscendo più a trattenersi. Lucius sembrò in preda a un’ira incalcolabile. Il cuore di Harry perse un battito. Hermione accanto a sé si coprì una mano con la bocca, e il signor Weasley e Moody fissarono il ragazzo, sbalorditi. << Che… che genere di piani? >> disse la signora Weasley con voce tremula. << Non lo so! Ma è felice, è molto felice! >> disse Malfoy contorcendosi ancora di più; evidentemente non voleva rivelare nulla al riguardo. << Stavolta ci riuscirà! >> Harry continuava a fissare il corpo di Malfoy, scioccato, stranito, spaventato. << E gli altri Mangiamorte? Dove sono in questo momento, cosa fanno? >> chiese Scrimgeour. << I più fedeli al Signore Oscuro stanno lavorando a Notturn Alley basandosi sui piano che Lui ha creato! >> << Dicci di che piani di tratta!! >> esclamò feroce il Ministro. << Non lo so! >> << Lo sai benissimo invece! >> disse Scrimgeour torturandolo con la sola potenza della sua voce. << Non è vero, io non so niente! >> gridò lui, soffrendo a più non posso. << Parla o… >> stava dicendo il Ministro, ma venne interrotto da un’inaspettata riflessione di Hermione: << Non lo sa, quanto le ci vuole per capirlo?! >> urlò, esasperata. Draco intanto ansimava, esausto. Scrimgeour rivolse un’occhiata perfida alla ragazza, odiandola per il suo intervento. << E’ sotto Veritaserum, no? Non può fare altro che dire la verità! >> disse ancora Hermione. Il Ministro, imbarazzato, prese a sistemare i fogli sul suo bancone già perfettamente in ordine. << La ragazza ha ragione, è inutile continuare così, non sa nient’altro. >> disse una donna seduta più in alto rispetto a Harry, una donna che lui non riconobbe. << Bene. >> disse semplicemente il Ministro. << Emh… si, Draco Lucius Malfoy io ti condanno a dieci anni di reclusione nella prigione dei maghi, ossia Azkaban. >> sbatté poi un piccolo martello sul bancone davanti a lui, intorno alla quale erano seduti gli altri membri del Wizengamot. Draco sospirò, poi le sedie scomparvero e lui e il padre furono riportati in cella. Mentre gli altri si alzavano per raggiungere le uscite, Harry, Ron, Hermione e Ginny rimasero seduti ancora per qualche minuto, allibiti, mentre gli altri confabulavano fra loro su ciò che avevano appena ascoltato. << Lui… Lui sa dove ti trovi? >> chiese Ron ansante, voltandosi alla sua destra, verso Harry. << Non credo. >> affermò Harry fissando il punto in cui prima c’era Draco Malfoy. << Resta da scoprire come abbia fatto Draco a scoprire Grimmauld Place. >> disse Ginny, preoccupata. << Tempo fa disse solo che Voldemort sapeva che Harry risiedeva alla Tana… >> << E’ impossibile. Piton avrà detto a Voi-Sapete-Chi dell’Ordine e quindi anche di dove prende luogo. >> rifletté Ron. << E se non l’avesse fatto? >> chiese Hermione. << Chi, Piton? Oh, andiamo, ormai credo si abbastanza chiaro che non è dalla nostra parte, dopo che ha ucciso Silente. >> disse Harry. << E da ciò si deduce per logica, che Voi-Sapete-Chi sa dove ci troviamo. >> disse Ron. << Malfoy ha detto il contrario… che sia stato Confuso? >> disse Ginny guardando gli altri con occhi assottigliati. << Confuso o no, non sono affari che vi riguardano. Ora alzate le chiappe e muovetevi, è ora di pranzo. >> disse Moody in piedi davanti a loro, incitandoli a uscire. I ragazzi sbuffarono, e quasi all’unisono, raggiunsero l’uscita.
LATIBULUM SCELESTORUM
Capitolo 14
Harry si avviò per la strada larga e deserta, circondata da piccole casette illuminate dalla luce della luna. Aveva scelto di seguire Lupin e Moody, i quali avanzavano decisi verso un raduno di Mangiamorte nei pressi di Notturn Alley. << Sapete, non mi convince molto. Quel Malfoy non me la dice buona… >> mormorò Moody una volta che ebbero raggiunto Hogsmeade. << Era sotto effetto del Veritaserum Alastor, non c’è niente di cui preoccuparsi. >> disse Lupin. << Ma tu non hai visto chi gliel’ha somministrato. >> << Il mio spirito animale si era magicamente svegliato quella notte, Moody. La mattina ero ancora un po’ scosso…>> ironizzò Lupin. << Lo so, ma ti avranno detto chi è stato. Quindi, chi ti dice che il vecchio Lucius Malfoy non abbia modificato quell’accozzaglia di ingredienti per mettere in salvo suo figlio? >> << La pozione è stata controllata prima che gliel’avessero data, professore… >> disse HArry, dietro di loro. << Oh, possibile mai che sono il solo che vede le cose sotto un altro occhio? >> disse Malocchio. Lo sguardo di Harry si posò sull’energico bulbo oculare di un colore blu elettrico. << E’ inevitabile Moody, per noi è impossibile. >> disse Lupin con un sorrisetto. << Ah, ah molto divertente. >> disse Moody. << Scrimgeour ha controllato la pozione, poi. >> disse Harry ricordando. << E’ il Ministro della Magia, non può aver mentito. >> << E’ un mago Harry. Se vuole mentire, mente, come tutti gli altri maghi. Non dirmi che hai sempre detto la verità, ragazzo… >> disse Lupin. Harry chinò la testa. Delle bugie che aveva detto nei suoi diciassette anni di vita, ormai aveva perso il conto. << Come immaginavo. Quell’udienza è stata praticamente inutile. Malfoy senior ha dato la pozione a suo figlio per volere di Scrimgeour… “Voglio che soffriate, Lucius, come coloro che hanno subito le torture della casata dei Malfoy…” ha detto…>> disse Alastor pomposo. << E inoltre ha pure controllato il Veritaserum. Quale udienza migliore di questa, mi chiedo… >> aggiunse poi ironico. << Ehi, ci siamo. E’ questo il posto. >> annunciò Lupin ponendosi davanti a Harry, il quale lo affiancò. << Credo di sapermi difendere da solo. >> bisbigliò Harry nel buio della notte. << Dove sono? >> disse poi Moody guardandosi intorno, vedendo che davanti a sé c’era solo un grosso spiazzo di terra. << L’avevo detto che la faccenda dell’udienza mi puzzava! >> << Disilludiamoci. Così se li troviamo non potranno vederci… >> << E dove vorresti trovarli? Vedi qualcos’altro oltre a questo ammasso di verde sporco? >> mormorò Moody stizzito. << Là… >> mormorò HArry sporgendosi oltre la lacera staccionata che delimitava i bordi del campo incolto. Aveva indicato una radura, dove l’erba alta sembrava essere stata tagliata per creare un ovale nel terreno. << Che diavolo… ? >> mormorò Lupin guardando lo spettacolo davanti a sé. << E’ alquanto ambiguo, non trovate? >> disse Moody. Harry osservò meglio: avevano un nonsochè di familiare, forse… << I Babbani li chiamano “cerchi nel grano”. Per lungo tempo si credeva che fossero stati impressi nella terra da organi extraterrestri… >> ricordò infine. << Che fantasia. >> sorrise Moody. << Andiamo. Il posto è questo, non possiamo far altro che dare un’occhiata. >> sentenziò Lupin, scavalcando la staccionata agilmente. Harry lo seguì e insieme al professore aiutò Moody che aveva qualche difficoltà con la gamba finta. Dopo essere inciampato almeno quattro volte, Harry raggiunse l’ovale che aveva visto da lontano. << Impressionante… >> commentò Lupin con interesse voltandosi intorno, col fiatone. << Questo cos’è… >> borbottò Moody chinandosi per terra. << Oh. Toh guarda. Un sacchetto contenente radici di Asfodelo tritate. >> << L’asfodelo è un ingrediente molto comune… >> rifletté Lupin, grattandosi quello che sembrava un sottile strano di barba. << E’ usato nella Pozione Polisucco… >> tentò Harry. << Vero. Ma non solo… >> disse Moody continuando a guardarsi intorno. << Un momento. Barty Crouch jr è ancora ad Azkaban, vero? Non vorrei ritrovarmi di nuovo in fondo a un baule. >> Lupin asserì, sorridente. Harry intanto continuava a guardarsi intorno, come ormai facevano tutti e tre: era sicuro che ci fosse qualcos’altro, o qualcun altro, poiché quell’aria sinistra che aveva assunto il campo era pressoché inquietante e quindi non poteva non celare qualcosa. << Questo fa parte dei “cerchi nei campi di grano”, Harry? >> disse Lupin notando che da un lato, i lunghi fili d’erba erano stati spostati in maniera così violenta, che alcuni si erano piegati all’esterno, formando una sentiero pieno di solchi. Harry scosse la testa: erano troppo imprecisi per poter essere stati fatti apposta. << Quindi si presuppone che di qui siano passati i Mangiamorte un attimo prima che arrivassimo noi? >> tentò Moody, quasi ironico, Lupin, d’altro canto, lo guardò serio. Infatti prese a correre verso quella direzione, seguito immediatamente da Harry, e infine da Malocchio, il più lento. << Perché avrebbero dovuto scappare invece di Materializzarsi? >> chiese Harry, con l’aria gelida che gli spezzava il fiato, mentre correva. << Questo è un luogo a rischio, e quindi protetto! Il Ministero sa bene che qui circolano oggetti di Magia Nera… prendi il diario di Riddle! >> disse Moody in risposta, dietro il ragazzo. << Notturn Alley è grande, Alastor! Non tutta è controllata dal Ministero, Harry ha ragione! >> proprio nel momento in cui Lupin si era fermato, Harry si bloccò in ritardo, davanti al professore: una montagna si stagliava di fronte a lui. << Siamo arrivati nel bel mezzo del niente… >> disse Moody lanciando incantesimi qua è là, sperando di centrare un Mangiamorte. Gli occhi smeraldini di Harry però erano fissi sulla montagna. Da qualche parte, l’aveva già vista… << La fine di Hogsmeade e Notturn Alley, combaciano? >> chiese poi Harry indicando la montagna, rivolto ai due uomini stanchi. << Cosa? >> chiese Moody, riprendendo fiato. << Chiedevo se Hogsmeade e Notturn Alley combaciassero… >> ripeté Harry paziente. << Non saprei… beh, si, forse… >> fu la risposta. Harry guardò Lupin, i cui occhi scuri erano centrati sul monte. << Non… quella è… un momento! >> rifletté Lupin con occhi sgranati. << Al tempo dei Malandrini, io e gli altri utilizzavamo una caverna, nascosta in una montagna, per passare insieme i fine settimana quando non avevamo nulla da fare. Mi ricordo che una volta spingemmo Codaliscia a raggiungere la parte opposta della montagna… quel piccolo imbecille stava per cadere. Tuo padre lo prese giusto in tempo, ma ricordo un campo, a quei tempi ben tenuto, su cui dava la montagna, e nella quale il piccolo Minus sarebbe stato direttamente sepolto… >> il professore guardò Harry, capendo. Lo sguardo di Harry si posò di nuovo sul monte. << Sirius invece portò me, Ron ed Hermione lassù, un giorno, quando tutti lo cercavano, al quinto anno. Gli portammo da mangiare, diceva che si era annoiato a mangiare solo topi… >> disse poi sorridendo malinconicamente. Anche Lupin sorrise. << Forza andiamo. >> cominciarono a camminare, quando Alastor lo bloccò dicendo: << Non è meglio raggiungere Hogsmeade a questo punto? Ci risparmieremmo tutto questo pezzo di strada… >> << Giusto. Harry, attaccati a me, raggiungeremo l’altro versante con la Materializzazione Congiunta. Moody, ci vediamo lì. >> Alastor fece un breve cenno col capo cicatrizzato, poi sparì con un grande Crak. In seguito Harry fu colpito dalla famosa sensazione di soffocamento: credette di morire, quando… Cadde in ginocchio sull’asfalto freddo. Accanto a lui, Moody si puliva il giaccone, Lupin squadrava la cittadina desolata con la bacchetta tesa. Si trovavano dall’altra parte della montagna, al termine di Hogsmeade, un luogo che Harry aveva già visto. << Per di qua… >> disse Lupin quando si fu assicurato che non ci fosse nessun altro in quel posto tranne loro. Scalarono la montagna con fatica, trascinando Moody che non poteva cavarsela da solo. Quando ebbero raggiunto l’insenatura molto familiare a Harry, quella che portava alla caverna interna, si bloccarono tutti e tre. Se fossero entrati, cosa assolutamente impossibile data la loro stazza, avrebbero colto di sorpresa chi stesse soggiornando lì dentro. Se fossero rimasti lì impalati, dall’interno della montagna prima o poi li avrebbero scoperti, anche se non era escludibile la possibilità che non avessero già captato la loro presenza. << Che si fa? >> chiese Harry titubante. << L’insenatura è troppo stretta. Venite, conosco un’altra strada… Ah, Moody… credo sia meglio Disilluderci. >> << Stavo pensando la stessa cosa. >> fu la risposta. Senza preavviso, qualcosa di gelato colpì la nuca di Harry, espandendosi per tutto il corpo fino alla punta delle dita dei piedi. Era Disilluso e quindi non completamente invisibile. Aveva assunto la forma, la massa e il colore del macigno dirompente che si trovava alle sue spalle. << Si… dev’essere questo, si, si… >> mormorò Lupin davanti alla parete nuda della roccia che raggiunsero poco tempo dopo, facendo mezzo giro della montagna. Harry vide Lupin concentrarsi, come se tentasse di ricordarsi qualcosa. Poi finalmente alzò il capo, contraendo gli occhi, forse nella speranza di non sbagliare. Dopodiché, finalmente pronunciò: << Latibulum scelestorum. >> In quel preciso istante la pietra di smosse, come in preda a un terremoto immaginario, che colpiva solo la pietra però: infatti tutto intorno era perfettamente normale, neanche un filo d’erba si muoveva a causa della momentanea assenza di vento. << Questa non la sapevo… >> commentò Moody accorgendosi esterrefatto che la pietra stava svanendo a poco a poco. << Non è assolutamente normale. >> << Un’antica magia, ormai l’hanno tolta dai libri di scuola, al massimo la sostituiscono con l’Evanesco. >> disse Lupin sorridendo mentre entrava nel buio della caverna. Un forte puzzo l’investì, a tal punto che Moody uscì per riprendere fiato prima di rientrare. Harry intanto, con la bacchetta accesa in un lieve bagliore, si guardava intorno. Vi erano ragnatele dappertutto, ragni che zampettavano da ogni parte, e, notò anche, in un angolo alloggiava un panino più che stantio che forse era la fonte di quel brutto odore. Sempre sul pavimento, poi, c’era anche una boccetta rotta, e accanto a essa un chiazza verde pallido che Harry non sarebbe riuscito a distinguere se la luce della luna non illuminasse quel pezzo di terra. Stava per avvicinarsi ad essa, ma lupin lo bloccò fermamente dicendo: << Fermo. Non sfiorarla neanche con la suola delle scarpe. >> << Che cos’è? >> chiese Harry interessato, allontanandosi quasi subito. Nel frattempo la porta di pietra alle loro spalle cominciava a Evanescere e ritornare di nuovo solida. << Un piccolo diverbio fra nemici. Una pozione di cui non ti interessa il nome… So che sei molto schietto con Ron e Hermione e non vorrei finire dentro se quest’ultima sapesse di cosa si tratta… sai, con i suoi libri… >> Harry annuì. Probabilmente se avesse chiesto a Hermione di una pozione pericolosa e verdognola, lei avrebbe saputo rispondere comunque. << Eccoci qui… si. Da qui si raggiunge la caverna interna attraverso un cunicolo. Per cui, tenete la testa bassa. >> li avvertì Lupin. Si addentrarono nell’oscuro passaggio che Harry notò solo quando vi fu dentro: in effetti non sembrava cavo, dava più l’impressione di un ombra circolare sulla parete. Lupin per fare luce, dovette accendere la bacchetta, dato che ormai erano immersi nell’oscurità, ma Harry, l’ultimo della fine, riusciva solo a distinguere una scura massa corpulenta davanti a lui: Moody. Al termine del cunicolo si trovarono nella caverna, che era illuminata da un fuoco al centro, la cui luce dava uno strano colore arancionastro alle pareti. Accanto al fuoco vi erano quattro coperte stese sul pavimento, una specie di raduno. Ma poi, quando gli occhi di Harry si posarono su un uomo di spalle a lui, steso su una delle coperte, arretrò di passo, per paura di essere visto. Moody però lo bloccò, e quando Harry cercò il suo occhio normale si rese conto che era invisibile, e ciò gli ricordò che era Disilluso e che quindi non poteva essere visto. Appoggiò la schiena alla parete, per precauzione, sperando di essere diventato un tutt’uno con essa; in seguito si mosse verso destra, cercando di vedere chi fosse quell’uomo… Si sentì addosso gli occhi di Lupin e Moody che nel frattempo stavano guardando qua e là per trovare qualcosa di interessante. Forse era il caso di tornare indietro e non rischiare così di essere visti: se solo avesse calpestato qualcosa, il rumore lo avrebbe molto probabilmente rivelato all’uomo, ma la curiosità era troppo forte, voleva vedere chi fosse… Sentì la cicatrice prudergli in un modo intollerabile, ma la lasciò perdere; avanzò quindi senza fare il minimo rumore, respirando impercettibilmente… Quando fu alla destra dell’uomo, il suo profilo gli bastò per far tornare a galla tutto l’odio che provava per lui. IL cappuccio nero gli copriva i capelli unticci, il naso adunco si deformava ad ogni respiro. Severus Piton stava dormendo ai suoi piedi. Gli occhi di Harry si posarono immediatamente su Moody e Lupin che davano le spalle a Piton: entrambi guardavano Harry adirati per essersi arrischiato così, ma quando capirono chi fosse quell’uomo steso a un centimetro dai piedi del ragazzo, Lupin si bloccò a stento, prima di provocargli qualche ferita letale. Anche Harry però, provava uno strano sentimento, qualcosa che si scatenava dall’interno, che gli riportava alla mente tutti le ingiustizie che gli erano state inferte da quell’uomo, ma un solo ricordo prevaricava sugli altri, la morte di Silente. Ebbene, quella non poteva essere altro che vendetta. Vide Moody scuotere la testa verso la direzione del ragazzo e Harry ne capì il motivo solo quando si rese conto di aver estratto la bacchetta e averla puntata contro Severus. Con una forza indescrivibile, Harry abbassò la bacchetta, tremante, ma proprio in quell’istante, una specie di frustata invisibile gli colpì la mano desta, facendo volare via il bastoncino… Severus era sveglio. L’uomo si alzò in maniera così veloce che una folata di vento sferzò le fiamme del fuoco, quasi spegnendolo. << Potter… bene, bene, bene, e dire che questa sera saremmo venuti a prenderti… >> disse con voce baritonale, guardando oltre la nuca invisibile di Harry. Poi con rabbia aggiunse: << Ci hai facilitato il compito, stupido ingrato… ma ora veniamo al dunque… >> alzò la bacchetta, ma in quel momento Moody, alle spalle di Piton, pronunciò: << Crucio! >> Harry vide le dita perlacee del suo vecchio professore stringersi in una morsa di dolore intorno alla bacchetta, mentre cadeva in ginocchio. Si contorse sul pavimento, accanto al fuoco e solo allora Moody e Lupin sollevarono l’incantesimo, ritornando di nuovo visibili. Harry intanto, aderiva ancora alla parete fredda della roccia, ascoltando in silenzio e con un pizzico di euforia, i lamenti accesi di Piton. << Allora Mocciosus… dicci, cos’hai in mente? >> mormorò Moody. << Non ti facevo… così codardo Moody… attaccare una persona alle spalle… ah, ah… >> disse Piton fingendosi spigliato mentre invece il dolore invadeva ogni parte del suo corpo provocandogli un dolore immenso. << Piantala di fare il finto disinvolto, e parla, se non vuoi che Alastor aumenti la dose di dolore… >> disse Lupin con un carico di odio che Harry non aveva mai ascoltato nella sua voce, mentre Moody si elevava su Severus con la bacchetta puntata. << Ah, ah… Lunastorta, che stolto che sei… credi davvero che un po’ di dolore possa spingermi a dire tutto? >> disse Piton con le mascelle quasi serrate. << Posso ucciderti sai? >> mormorò Malocchio, severo. << Non lo faresti mai, io sono una fonte d’informazioni per voi… non è così? >> << Se non ci riveli niente non sei altro che un essere inutile. >> disse Lupin. << Se non vi rivelo niente è perché sono fedele al mio Signore… e nulla potrà spingermi a rivelare i suoi piani! >> urlò poi. Moody, adirato, strinse le dita paffute intorno alla bacchetta, aumentando la potenza del Cruciatus. Harry, con orrore, vide la schiena di Piton sollevarsi dal pavimento e piegarsi verso l’alto, in preda al dolore. << Dicevi? >> disse poi, beffardo. << Non basta Malocchio, non basta! >> gridò Piton, facendo rimbombare la suo voce in tutta la caverna. Alastor, verde di rabbia, rincarò la dose, spingendo Piton a gridare con quanto fiato aveva in gola << Morirò per il mio Signore! >> Lupin poi, fece un cenno a Moody, lui annuì, abbassando la bacchetta, ponendo fine al Cruciatus. La schiena di Piton aderì di nuovo al pavimento, mentre il suo torace si abbassava e si rialzava in maniera irregolare. << In molti sono impazziti col Cruciatus… basti ricordare i Paciock, non è così Severus? Dimmi, sei ancora nel pieno delle tue facoltà mentali? Vuoi morire ancora? Vuoi soffrire maledettamente? >> lo stuzzicò Lupin. << Sin da giovane sei stato un peso per tutti noi. Una palla al piede, molto più in là di quanto non lo fosse Codaliscia. >> Gli occhi neri di Piton erano fissi sulla parete nuda, in un punto imprecisato accanto alla gamba sinistra di Harry. << Con i tuoi libri covavi una strana attitudine per le Arti Oscure… Hai insegnato a Hogwarts cercando di appropriarti del posto di Difesa… Volevi inculcare ai ragazzi qualche malefico piano per portarli dalla parte di Voldemort? >> gridò poi. << Non… hai… il diritto… di pronunciare il suo nome… >> disse con fatica Piton. << Oh, allora non sei muto… >> ironizzò Moody, affiancando Lupin. << Il suo nome lo pronuncio quando mi pare e piace… >> mormorò Lupin che ormai Harry a stento riconosceva. << Adesso parla, se non vuoi che ti cancelli l’ultima porzione di buon senso che ti è rimasta… >> Piton sorrise, guardandolo con pupille estremamente dilatate. << Ora il gioco è finito, Lunastorta… Ti sei divertito fin troppo, ora è il mio turno. >> << Ah, ah! E come vorresti divertirti? Fra un mago in piedi e uno a terra e senza forze, chi credi che avrà la meglio? >> disse Lupin. Piton gli rivolse un sorriso beffardo. << Come tu hai i tuoi alleati, io ho i miei… >> Lupin lo guardò senza capire, ma Harry sapeva ciò che stava dicendo. << Professore!! >> urlò Harry all’indirizzo di Lupin. Lui gli rivolse un ultimo sguardo prima di cadere a terra, inconscio. Moody si voltò: dietro di lui, tre Mangiamorte gli stavano andando in contro rivolgendogli ogni tipo di incantesimo che lui prontamente evitava. Lo sguardo di Harry si posò su Piton, ormai seduto sul pavimento, mentre si accingeva ad alzarsi, Senza pensarci due volte, Harry si guardò intorno, cercando la sua bacchetta. Purtroppo il fuoco non illuminava tutta la caverna per cui si accovacciò, tastando il pavimento in ombra. Non si voltò: preferiva non vedere cosa stesse passando Malocchio. Improvvisamente però, sentì qualcosa di caldo ma duro come una stoccata, colpirgli la nuca. Era tornato visibile. Si massaggiò involontariamente la testa, e in quel preciso istante una mano affilata gli si strinse intorno al collo, sollevandolo in aria, contro la roccia… Harry sentì l’aria spegnersi lentamente in gola, mentre osservava due profondi occhi neri separati da un naso adunco che quasi sfiorava il suo… << Avanti, Potter, fammi vedere che sai fare. >> disse Piton davanti a lui. Harry scalciava e scalciava, cercando di allontanarlo da sé. Lui però rimaneva impassibile, e ormai Harry annaspava a fatica… Proprio quando si convinse di non farcela, Piton allontanò il lungo braccio dal suo collo, facendolo cadere con le ginocchia per terra, permettendo all’aria di entrare nei polmoni del ragazzo… Piton poi diede un calcio nel fianco di Harry, provocandogli un dolore immane, facendogli aderire la schiena al pavimento freddo. << Che ne dici se ora vieni con me, piccolo ingrato? >> disse con finta parsimonia. Harry, che a stento riusciva a respirare, lo guardò con disprezzo. << Percepisco… odio… è il tuo, Potter? >> Harry guardò alle spalle del suo ex professore, vedendo Moody esausto ma deciso mentre combatteva contro i tre Mangiamorte con tutte le sue forze… Approfittando poi della disattenzione di Piton, allungò il braccio sinistro, tastando il pavimento, alla ricerca della sua bacchetta. Immediatamente la trovò: era fredda, ruvida, rovinata. La alzò verso Piton pronunciando il primo incantesimo che gli venne in mente… << Stupeficium! >> gridò con quanto fiato aveva in gola. Piton si era appena voltato quando l’incantesimo gli si schiantò addosso: venne respinto contro la parete opposta e poi si accasciò lungo di essa, raggiungendo il pavimento. Quanto si fu accertato che era incosciente, corse ad aiutare Moody ormai all’estremo delle forze. << Impedimenta! >> urlò il ragazzo, all’indirizzo di un Mangiamorte piuttosto basso che stava per attaccare Moody alle spalle. Moody si voltò, guardando Harry e facendogli un cenno di ringraziamento. Poi, ritornò al suo combattimento contro un Mangiamorte incappucciato dall’aria estremamente familiare. Harry si occupò dell’altro Mangiamorte, facendo sempre attenzione che Piton rimanesse svenuto. Il suo avversario un tipo abbastanza furbo all’apparenza, non faceva altro che colpirlo con una sfilza di incantesimi di cui Harry non conosceva l’esistenza, non concedendogli quindi il tempo di reagire. Nel frattempo, scorse un piccolo movimento ai suoi piedi: Lupin si stava rialzando, piuttosto confuso e il Mangiamorte basso che Harry aveva bloccato prima la stava raggiungendo nuovamente. Il ragazzo si trovava in uno stato confusionale, forse sarebbe stato meglio restare a Grimmauld Place… Ma ecco che Lupin, riacquistato il controllo sé, colpì il Mangiamorte con cui Harry stava combattendo, portandolo in svantaggio, e poi schiantando l’altro basso, che poi sconfisse definitivamente un attimo dopo per poi correre da Moody che sembrava sul punto di svenire. HArry approfittando del suo improvviso vantaggio, colpì il Mangiamorte con un Impedimenta, bloccandolo per qualche minuto. Stava riprendendo fiato quando… Qualcosa di gelido sembrò attraversagli il corpo, imprimendo nella pelle un freddo pungente… Si voltò appena in tempo per vedere Piton con la bacchetta alzata e per notare che stava letteralmente ghiacciando: i suoi piedi erano avvolti da una coltre di ghiaccio che piano piano si solidificava sempre di più. Non capiva che incantesimo fosse, quindi entrò in uno stato di panico, non sapendo cosa fare, mentre veniva immobilizzato dal ghiaccio che aveva raggiunto i fianchi. Cercando un incantesimo per bloccare il ghiaccio, notò che Piton era piuttosto scosso: un rivolo di sangue gli scorreva lungo la tempia sinistra, forse l’impatto era stato talmente forte che non aveva ancora riacquistato il pieno controllo. Poco dopo infatti, svenne, accasciandosi a terra. Il ghiaccio però continuava a salire e Harry cercava di spremersi le meningi pensando a qualche incantesimo che contrastasse il ghiaccio… << Ma certo! >> pensò poi ad altra voce quando anche la parte superiore del corpo era stata ghiacciata. << Incendio! >> urlò alla fine. Con infinita calma, il ghiaccio cominciò a fumare, e quindi a squagliarsi addosso a Harry diventando acqua bollente che lo rese bagnato fradicio fino al midollo. Si voltò, cercando i due professori. Entrambi respiravano forte, esausti, mentre legavano i tre Mangiamorte. << Oh… Tiger e Goyle… >> disse Moody guardando due dei tre incappucciati. Quando Harry li guardò, si accorse che non erano il Tiger e il Goyle che conosceva lui: erano infinitamente più vecchi, i volti pieni di cicatrici, gli occhi spenti e il corpo pieno di ferite. Tiger e Goyle senior. << E tu sei…? >> disse Lupin scoprendo il cappuccio del terzo Mangiamorte. Lui scostò il capo, come per non essere scoperto. << E no, mio caro, non funziona così… >> disse Lupin sospirando forte, scoprendogli il capo. Harry rimase sconvolto quando la luce del fuoco illuminò il volto del ragazzo. I capelli neri una volta corti, gli sfioravano le guance cianotiche, gli occhi scuri saettavano da un viso all’altro e quando si fermarono su quelli di Harry, abbassò il volto magro. << Ci conosciamo? >> chiese Moody squadrandolo dall’alto in basso. << Io ti ho visto già, da qualche parte, ma non ricordo dove… >> mormorò Lupin guardando il ragazzo con occhi assottigliati. << Ha giocato nella squadra del Puddlemore United… e poi nella Lifford Lions, poco tempo fa… >> mormorò Harry sconvolto. << Mmmh… giochi a Quidditch? >> disse Moody illuminato. << Ah, quanto mi manca… >> << Continuo a non ricordare… >> disse Lupin sforzandosi. << Oliver Baston. >> disse Harry fissando il ragazzo ai suoi piedi, che tenne il volto abbassato. << Perché? >> chiese poi, scioccato. << Il Signore Oscuro mi ha offerto molto di più di un semplice incontro di Quidditch, Harry. Mi ha garantito cose che tu non puoi neanche immaginare. >> disse in tono grave. << E ora guarda come ti sei ridotto. Certo che se devi fare cavolate tu le compi in grande. >> disse Lupin ricordando improvvisamente. << Ora mi ricordo di te. Hai giocato poco tempo fa, perdendo in un modo degno di un dilettante. >> << Non ditemi che è la partita su cui ho puntato 50 galeoni! >> gridò Moody. << NO Alastor, quello è successo nell’incontro contro i Greci… >> ricordò Lupin. << Ah già. >> << Ora ti conviene venire con noi… emh… numero 6. >> disse poi il professor Lupin, rimembrando il numero sulla maglietta di Baston. << Forza, alzati. >> Baston lo guardò con fare beffardo sorridendo. << Non mi piegherò mai a voi, né a nessun altro che non sia il mio Signore. >> detto questo, si Smaterializzò con un grande Crak, seguito a ruota da Tiger e Goyle senior. Lupin e Moody si guardarono sconvolti, mentre Harry tornò a guardare nel punto in cui aveva visto Piton svenire nuovamente. Era scomparso.
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