Progetto WataxTaita; Vampire Section?, Alla larga mortali!!(tanto non c'è anima viva in giro)

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view post Posted on 17/1/2008, 21:23
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Fratellanza for ever!XD

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mia cara capisco che non voja essere una storia tutta sesso, ma è colpa sua che non mi lascia molta scelta xD per quanto riguarda entrare in scena il terzo tipo, mo avviso ari...intanto riscrivo la scena dal mio punto di vista o nat sembra un mostro ed inizia a starmi antipatico...in questo modo non riuscirei più a scrivere T.T

Nefer si sorprese quando leon cercò di staccarsi da lui, udì un flebile no, ma decise di ignorarlo, stringendolo ancorà di più a sè: non è facile per un vampiro riacquistare la lucidità dopo essersi abbandonato ai propri sensi.
<no!> il ragazzo gli tirò una violenta gomitata, che di per sè non sentì neanche, ma capì che c'era qualcosa che non andava.
<non voglio!> aggiunse ancora il teppista, con qualche lacrima che iniziava a premere ai bordi degli occhi.
Usò il suo olfatto: molto spesso gli odori rivelano gli stati d'animo delle persone e quel giovane continuava a sembrargli semplicemente eccitato...che lo stesse prendendo in giro?
<smettila di fare lo scemo: so che lo vuoi> disse Nefer, ma poi vide quelle lacrime: erano reali e non si sarebbe mai immaginato di vederlo piangere.
Era colpa sua, tutta colpa sua e del suo tatto da vampiro: si arrabbiò con se stesso, non pensava di essere riuscito a perdere anche l'ultima umanità che gli rimaneva.
Si alzò in piedi, di fronte a Leon <non avevi tanto insistito per diventare come me?? Come speri di poterne essere degno a questo punto??> la rabbia contro se stesso lo portò ancora una volta ad agire nella maniera sbagliata. Se ne accorse quando finalmente avvertì la paura del giovane: era così tanta, così forte, come mai non se ne era accorto prima??
Gli sfiorò dolcemente la fronte, sperando di confortarlo, ma il suo gesto non sembrò ottenere l'effetto desiderato.
<sei..freddo.No sento niente in te, non percepisco nulla>.
Sentì delle acute lame trafiggergli il cuore, poi un violento fuoco divampargli attorno: aveva sempre saputo di essere freddo, naturalmente, il suo corpo era come morto, non poteva aspettarsi altro, ma la scoperta che il suo viso, i suoi gesti non riuscissero più ad esprimere ciò che provava, la consapevolezza di essere diventato freddo anche all'interno, anche nell'anima, sembrava poterlo uccidere.
Gettò il lenzuolo addosso al diciassettene per coprirlo: diavolo, ma cosa gli era saltato in mente? Quello era ancora solo un ragazzino.
Si infilò nuovamente la tunica e saltò giù dalla finestra, atterrando sulla soffice sabbia.
Si diresse verso l'antico tempio della dea Hator a Karnak, dove per la prima volta aveva incontrato Lostris...la sua amata Lostris...chi lo sa, forse lì sarebbe riuscito finalmente a pensare nuovamente con lucidità.

Edited by Taita '92 - 18/1/2008, 21:26
 
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.AnGeL_KaUlItZ.
view post Posted on 18/1/2008, 21:35




il ragazzo era curioso voleva delle risposte...Si avvicinò al diciassettene che aveva inutilmente provato ad allontanarsi da lui
"che cosa è successo tra te e questo vampiro??Che cosa ti ha fatto??"voleva quelle informazioni e non gli sarebbe importato se ciò significava torturare o meno il giovane.
il suo viso assunse un aspetto serio ma nello stesso tempo il tono della sua voce rimase sensuale, carezzevole, quasi come le mani di un amante.
Fray doveva riuscire ad arrivare a Nathaniel e per farlo gli serviva qualcuno che fosse in buoni rapporti con lui, qualcuno in grado di influenzare sulle sue decisioni...quel ragazzo era un ottimo soggetto, faceva al caso suo...ora di poneva il problema di come conquistare la sua fiducia e, soprattutto aveva bisogno di sapere più cose sulla sua preda, fino ad allora ne aveva conosciuto solo il nome e gli spostamenti, non aveva mai avuto la fortuna, o la sfortuna, di trovarsi con lui faccia a faccia...

SPOILER (click to view)
scusate...ma nn sn molto brava in qst cose, sopratutto riguardo ai vampiri..ank xk nn mi piacciono molto...xo spero di prenderci 1 po la mano se mi fate continuare...ora dovrete accontentarvi di qsta risposta...XDp.s.: mi ha aiutata carola...
 
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view post Posted on 18/1/2008, 21:38
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:*sensei*: Non dire che ti ho aiutata io o da come ho scritto riskio di essere presa a calci xD :*sparo*:
cmq...vieni che ti travio anche in direzione vampiri é_é:*gongolo*: il mio potere è infinito, non ha limiti... :*drug addicted*:
:*AHHH*: <_< mi spavento da sola
 
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view post Posted on 19/1/2008, 22:01
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intanto Nathaniel arrivò a karnak, si diresse verso l'antico tempio della dea Hator: anche di quello non erano rimasto altro che qualche pietra qua e là.
Ripensò all'ultima volta che era entrato nella sontuosa costruzione che si ergeva lì un tempo... se n'era andato lasciadovi una parte di sè che non avrebbe ritrovato: Lostris.
Si, la prima volta che l'aveva vista, era alla corte del faraone, dove rivestiva la carica di suo fratello della via rossa: avevano compiuto insieme la pericolosa sfida che li aveva portati, a rischio della vita, nell'età adulta, e da allora erano molto legati.
Era in occasione di una delle tante feste dedicate alle innumerevoli divinità egizie, che le sacerdotesse di hator, con i loro sistri, simboli della rinascita delle anime mortali alla vita eterna, si esibirono danzando.
Una in particolare attirò la sua attenzione: la ballerina che ad un certo punto dell'esibizione si staccò dal gruppo, ondeggiando con la grazia di un giunco, mentre la luc della luna, partecipava a sua volta alle danze, sulla sua pelle lattea.
Continuò ad osservarla anche dopo che la musica fu terminata, non sentendo le parole del faraone, che gli chiedeva cosa pensasse dello spettacolo.
oh, come gli si era spezzato il cuore quando quella splendida creatura se n'era dovuta andare...
Ma ecco che uscito da palazzo, per dirigersi alla sua modesta abitazione, la trovò ad attenderlo.
Era notte, alla semplice luce della luna non la riconobbe subito; il suo volto pareva privo di imperfezioni, i suoi capelli chiari luminosi come un meraviglioso astro profumato.
Lei gli rivolse a mala pena un cenno, quasi per invitarlo a seguirla, e poi scomparve per le stradine della capitale.
Nefer la trovò nuovamente solo una volta raggiunto il tempio della dea con le sembianze di una giovenca.
Immobile, quasi la scambiò per una statua non creata da mani umane.
<nefer> sussurrò, facendo balzare in petto il cuore del ragazzo: stava aspettando proprio lui.
Il giovane si avvicinò, quasi ipnotizzato, sempre più vicino, mentre la sacerdotessa sorrideva.
All'improvviso notò che c'era qualcosa che non andava, qualcosa di spaventoso su quel meraviglioso viso.
Li notò quasi subito: due bianchi canini, affilati come quelli di un predatore, scintillavano sulle rosse labbra.
<cosa sei??> chiese, bloccandosi all'improvviso.
<credevo che fossi una preda più facile. Non temere, non ti ucciderò, sei troppo influente a corte, si accorgerebbero della tua scomparsa, ma voglio assaggiare il tuo sangue e lo farò> sussurrò la ragazza, che dimostrava non più di sedici anni, eppure parlò con la voce di una donna seducente.
Quando nefer si svegliò la mattina, era nel suo letto, sudato sotto le coperte.
Ricordò la sacerdotessa e la stranezza delle sua parole: probabilmente doveva aver bevuto troppo alla festa e si era ubriacato.
Si alzò, portandosi istintivamente una mano al collo mentre passava davanti allo specchio e notò qualcosa di insolito: due piccole ferite, una vicino all'altra, rosse come se fatte da poco: forse non aveva sognato.
Decise che a breve sarebbe tornato al tempio, dopo aver svolto i suoi incarichi quotidiani.
Quando il sole fu al suo zenit, decise di prendersi una piccola pausa, per andare a cercare la misteriosa sacerdotessa.
Quando chiese di lei al tempio, le altre adepte gli risposero che lì non si trovava nessuna ragazza che corrispondesse alla sua descrizione, ma era sicuro che stessero nascondendo qualcosa.
Quella notte non riusciva ad addormentarsi, arrovellandosi su quel mistero, quando la tenda di lino posta davanti alla sua finestra oscillò delicatamente. Subito pensò ad un colpo di vento, ma decise di alzarsi comunque per controllare e trovò la giovane della sera prima, in piedi a fissarlo.
<mi hai cercata> sussurrò, quasi impercettibilmente, tanto che nefer pensò di aver sognato, ma rispose lo stesso
<si, ma le altre sacerdotesse mi hanno detto di non conoscerti>.
<era un mio ordine. e' quello che devono fare nel caso qualcuno giungesse al tempio chiedendo di me> disse ancora, avvicinandosi al diciannovenne.
Nonostante i tra anni di differenza, il giovane si trovava stranamente assoggettato a lei.
<per quale motivo?>
<mi proteggono>.
Nefer cercò di intendere quelle parole <da chi?> chiese infine.
<la domanda giusta sarebbe stata " da chi o da che cosa?".
Vedi, loro mi proteggono da tutto quello che può nuocere alle creature come me.
M proteggono dal fuoco, dal sole e dai cacciatori.>
Calò il silenzio.
<cosa intendi per "le creature come me"? non sei forse una mortale come tutti noi??> sussurrò curioso, ma per niente agitato.
La sacerdotessa, se poi lo era veramente, rise con voce cristallina, ammaliandolo
<no, io non sono come te. io sono figlia della luna e delle stelle, di Nut, e nemica di Ra.
io non posso morire, solo Seth con il suo fuoco può distruggermi> rispose, con voce misteriosa.
Ed ecco che il diciannovenne non trovò più le parole, fino a che non fu di nuovo la giovane a parlare.
<vorresti essere come me?>.
Quella proposta risuonò a lungo nella stanza.
<perchè mi dai questa possibilità?>.
<perchè non tutti possono aspirare a diventare come me, ma tu si. Hai qualcosa che non tutti posseggono: sei controllato, non te ne approfitterai.>.
Trascorsero due notti prima che Nefer decise di dare la sua risposta: si.
E ancora tre notti passarono prima che venisse trasformato:
data la sua posizione di spicco non poteva scomparire, avrebbe prima dovuto informare la corte che non si sarebbe più mostrato durante il giorno, per un voto fatto ad Amon.
Da quella notte, dalla notte in cui morì come semplice essere umano, la sacerdotessa, Lostris, divenne la sua maestra e, a breve, anche la sua amante.
L'amore che provava per lei non poteva essere paragonato a nessun amore mortale, no, era più intenso, eppure più effimero, proprio come i raggi della luna nella notte.
Passò solo qualche mese, Lostris aveva trovato un bambino di dieci anni in riva al nilo, durante una loro caccia notturna e lo aveva portato con lei al tempio.
Non si ricordava il nome...forse...Sinuhe...non ne era certo, ma da allora i due vampiri iniziarono a cacciare da soli molto più spesso; non che il loro amore fosse diminuito, no, una sola notte di lontananza, un mese, non sono niente per chi può vivere sino alla fine del mondo, ma qualcosa nella sacerdotessa cambiò.
nefer ebbe come la sensazione che gli tenesse nascoste sempre più cose.
Le orde Hyksos premevano allora ai confini dell'egitto, pastori nomadi proveniente da terre aride, alla guida di strane bestie sconosciute agli egizi.
La sicurezza era solo una: non sarebbero mai riusciti ad impossessarsi di Tebe, la capitale era troppo sicura.
ma ecco che recandosi al tempio di hator dopo un lungo colloquio con il faraone, Nefer sentì qualcosa che gli sembrò poterlo uccidere pur non essendo fuoco.
Era la voce di Lostris, stava discutendo con un uomo con un rozzo accento egizio: era un hyksos e lei gli stava fornendo le ultime indicazioni per entrare con la forza nella splendida città delle cento porte.
Si mosse silenzioso alle spalle dell'uomo e lo uccise velocemente.
Un'espressione di terrore si dipinse sul volto della donna: era stata scoperta.
<nefer...cosa...?>.
<ti ho sentita Lostris.Ma dimmi, perchè? Perchè fai questo? Perchè vuoi far precipitare l'egitto nel caos?> chiese, con le lacrime agli occhi, estranedo la spada e assicurandosi che vi fosse nelle vicinanze almeno una torcia accessa.
<la storia continua...sulle macerie dei grandi imperi ne nascono ancora di più potenti.
Nefer, prima o poi tutto questo sarebbe finito, mi dispiace solo che tu abbia dovuto scoprirlo così>. il suo sguardo si intristì: sapeva quello che stava per accaderle.
<mi dispiace anche a me. Mi dispiace Lostris, ma...devi capirmi... non posso permettermi di tradire il mio faraone e il mio paese, ho giurato loro fedeltà> alzò la spada, diretta la cuore.
<no, a me dispiace di più, mi dispiace che con il tempo ti accorgerai che le azioni di oggi non serviranno a niente.
Mi dispiace che quando ti accorgerai di come alcuni avvenimenti non si possano impedire, come l'onore degli uomini sia una cosa effimera e senza significato.
Basta, le parole ora non servono. chi lo sà, magari oltre il fuoco mi attende un nuovo sole che non mi potrà uccidere>.
Si, chi lo sa, Nefer uscì dal tempio con quella speranza, mentre sentiva le urla di un bambino levarsi alte, disperate.
oh, come aveva avuto ragione Lostris, come si era accorto con il passare dei secoli che non poteva imporre i suoi poteri sulla storia degli uomini, e che i loro assurdi principi d'onore e gloria non gli appartenevano più.
Come sarebbe voluto poter tornare indietro.
Come avrebbe voluto che la sua natura non gli impedisse di rimpiangere in modo adeguato quell'amore andato perduto per sempre.
Come avrebbe voluto che il suo cuore non si fosse indurito come il marmo.
Come avrebbe voluto poter confortare quel ragazzo sembrando ancora sincero e umano.
Il suo sguardo si perse nella luce della luna: non voleva più pensare a niente, solo assaporarsi le poche ore della notte che erano rimaste.


 
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watachan
view post Posted on 3/2/2008, 11:34




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wowowow!!che bella storiella che ha scritto!!*_*..scusa se la mia è di meno..ç_ç


<< Vampiro? >>
<< Che cosa ti ha fatto? Raccontami tutto..io potrei.. >>
Leon non lo lasciò proseguire, aggredendolo con rabbia.
<< Che cosa ne sai? Che ne sai di quello che è successo? Che cosa puoi fare?>>
Il suo viso si trasformò in una maschera di sofferenza, lasciò la mano che l'aveva fermato e dopo aver alzato lo sguardo verso la finestra vuota gemette.
Con una smorfia notò i lividi bluastri che quel essere gli aveva lasciato sulle braccia scoperte.
<< Oddio.. >>
Pietà? Non voleva quello,e poi, che cosa ne sapeva quel ragazzo di cosa gli era capitato.
Osservò il suo viso determinato, ricordò i soldi di prima e subito si girò correndo via.
Non sentì le grida dietro di sé, chiuse le orecchie con le mani, gli occhi bagnati, ma non poteva permettersi di cedere, di piangere.
Per la prima volta le vecchie paure presero possesso della sua mente.
Era rimasto solo.
Tremava. Non era il vento.
Si guardò intorno, tutto così diverso dalla lussuria dove era abituato a vivere.
Seguì un sentiero diverso, non gli importava dove andasse, allontanandosi dall'albergo. Ormai niente aveva più senso.
Aveva bisogno di riflettere.
Osservava le palme alte e vigorose, le luci delle stelle che così raramente aveva osservato in quei suoi anni.
E quanti, sorrise tristemente, diciassette, eppure si costringeva a pensare di essere abbastanza grande da poter badare a sé stesso.
Eppure, inconsciamente aveva sempre voluto qualcuno.
Non sapeva chi, né il suo cuore glielo diceva. suoi pensieri erano troppo confusi, no riusciva a fare chiarezza nei suoi desideri.
Approfittava dei momenti regalategli o ,anche spesso, guadagnati con dedizione.
In fondo, che c'era di male in quello che faceva per vivere? Anzi, per sopravvivere?
Regalava piacere, momenti di gioia alle persone che lo richiedevano. Lì faceva vivere l'esperienza della rinascita, dell'estasi, cercando, vanamente, di assaporare anche lui quella illusione di felicità.
E spesso si era convinto che bastava quello, aggrapparsi alle forte emozioni altrui per poter gridare al mondo di aver trovato la vera pienezza nella vita.
ma..era troppo giovane, e ..troppo inesperto.
Che cosa ne sapeva del mondo? Quello che aveva imparato in quei sudici vicoli in periferia?...o nei luridi e lussureggianti bordelli che così spesso aveva frequentato...
Ma,non se ne pentiva, dopotutto ne aveva tratto qualcosa, aveva imparato non poco da quelle persone.
Come andare avanti, come farsi rispettare, come conquistare i fragili cuori e per poi spezzarli crudelmente.
Però nessuno si lamentava mai, tutti avevano avuto quello che volevano. Una sera di passione, un momento speciale...nessun rancore.
Adesso però, le cose erano andate diversamente.
Che cosa ci faceva in questo posto sperduto?
Davanti a lui una lunga distesa di oscurità, ma non si fermò.
Era venuto accecato dalla volontà di una delle sue donne momentanee, e si era fatto inganannare dal pudore di un'altra ragazza.
Dopo il primo passo sentì l'acqua ma non gli importò, avanzò lentamente.
Allontanò ogni pensiero superfluo, chiuse la sua mente immergendosi nell'acqua gelida del fiume.
Sentiva il tepore dei lampioni dietro di sé affievolirsi, mentre in freddo prendeva possesso delle sue membra stanche.
Presto le sue labbra saggiarono il puro sapore dell'acqua, e si sentì come purificato.
Spinto da una forza nuova avanzò nell'acqua scura muovendo le braccia con grazie.
Non gli importava dove si stesse dirigendo, il suo corpo era rilassato sotto le onde gentili del Nilo.
Improvvisamente poté percepire la pesantezza dei suoi vestiti.
Spalancò gli occhi, come svegliandosi da un sogno, rendendosi conto, con una rinnovata paura a angoscia, di trovarsi in mezzo al nulla.
Intorno a lui niente, il buio totale, non si potevano scorgere le luci calde delle strade, neanche le palme cariche di frutti profumate, né le fragranze delle erbe selvatiche che l'avevano sedotto.
Si strappò con forza la camicia e i pantaloni che scivolarono lentamente come per prolungare la sua agonia.
Non sentiva il fondo, il freddo lo penetrava con violenza...
Le onde scure iniziarono a dondolare con un movimento ondulatorio spostandolo da una parte all'altra senza dargli il tempo di riprendere fiato.
Sempre quelle dannate tenebre. Le lacrime bollenti sul suo viso gelato, unico sollievo, le assaporò per la prima volta, sentendo quanto fossero salate rispetto a quella acqua così dolce e pulita.
Bevve, una sete impossibile.
Pareva capace di poter prosciugare l'intero Fiume con un sorso.
Eppure cadeva...scivolava negli abissi.
E l'acqua continuava a sostenerlo piano, a liberare la sua mente, a dargli l'illusione che cercava da un'eternità.
Non provava niente, non sentiva più il freddo, né la stanchezza, aprì gli occhi.. davanti a lui le luci bluastre riflesse come diamanti sulle onde.
Paura? Che cos'era? Sorrise, cercò di ridere, vedeva le bolle che salivano in superficie, e fu contento di sapere che le risate sarebbero arrivate fino alle stelle.
In fondo, doveva essere grato al destino, che l'aveva perdonato, aveva posto fine alle sue sofferenze.
Sorrise e allungò la mano.
Osservò, immaginò di toccare quel astro luminescente mentre le lacrime si fondevano con l'acqua cristallina.
D'un tratto sgranò gli occhi.
Le sue dita toccarono qualcosa.
I suoi sensi erano intorpiditi, eppure c'era qualcosa .
Una grande forza lo tirò dalle acque.
La luce lo invase.
Era una rinascita.
Volle piangere, per essere stato sottratto alla morte, ma gli sembrava un affronto.
Da quando aveva un animo così romantico?
Un dolore terribile lo abbandonò in pochi secondi.
Come se una parte di lui fosse morta, rimasta prigioniera degli abissi.
Aprì la bocca, l'aria, come mai l'aveva respirata.
Riprendeva a vivere.
La prima cosa che vide era la luna.
Grande, luminosa, misericordiosa.
E un sorriso, il cuore che ricominciava a battere violentemente....
Due braccia che lo avvolgevano nel loro abbraccio risanatore.
L'aria fredda della notte lo avvolse come una madre premurosa, lo coccolò e lo portò lontano, al sicuro.
Non sognò, non ne aveva bisogno.
Si svegliò su un materasso morbido, toccandolo capì che era di paglia, una fragranza, la sua preferita, una vaso di gigli freschi e puri accanto a lui su un tavolino minuscolo in pietra.
Il caldo era piacevole, il fuocherello balzava a grandi vampate dal caminetto.
E accanto a lui...un'altra luce, più potente, gentile..
Una statua?!
..un statua dalle gentili forme di una donna bellissima.Una mano fredda gli accarezzò il viso.
<< Sinu..he? >> due scie di sangue colarono dai suoi occhi neri come la notte, le sue pupille luccicarono con mille riflessi...
Era rinato,no?
Adesso non era più Leon.
<< Sì. >> captò i pensieri disperati di quella donna meravigliosa, captò la sua tristezza e solitudine.
<< Sì, sono io ..Lostris.>>

Continua... :*drug addicted*: [sì, è incasinato..ma ne parliamo su msn....xDxD e ti spiego tutto]
 
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view post Posted on 3/2/2008, 13:38
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e io mo che scrivo?? <_<...come diavolo vado avanti????????U.U mah

improvvisamente Nefer si riscosse dallo stato di calma rassegnata che si era impossessato di lui: aveva sentito qualcosa, un qualcosa che lo avvertiva che leon non era al sicuro.
Corse disperatamente verso l'albergo per fermarsi a metà strada: cosa gli diceva che Leon avesse veramente bisogno di lui?? Non era forse il contrario??? Era solo la sua parte egoista a desiderare che il ragazzo fosse in pericolo per poter apparire come un salvatore??
La sensazione avuta poco prima s'intensificò, divenendo insopportabile, e convincendolo a riprendere la sua folle corsa.
Passò per l'ingresso principale della struttura, così veloce che tutti coloro che erano nella hall pensarono di aver avvertito semplicemente un'insolito spiffero d'aria.
La porta della camera fu scagliata con forza sino al balcone, quando si fermò con il fiatone per analizzare con calma ciò che aveva davanti.
La stanza era vuota.
Leon era sparito lasciando solo il suo odore...ma riconobbe altri due odori e gli sembrò che il sangue gli si ghiacciasse nelle vene, scorrendo lento e tagliente come pugnali.
No, non era possibile.
Lei...l'aveva uccisa lui stesso e il ragazzino era un semplice umano,...come aveva fatto ad arrivare sin lì?
No, no, no!! Era solo la sua fantasia.
Rimase lì, fermo, impietrito in mezzo alla camera vuota, mentre le tende della stanza ondeggiavano lentamente e la luna cominciava a scendere all'orizzonte.
SPOILER (click to view)
O.O che schifo che ho scritto =.=
 
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watachan
view post Posted on 24/3/2008, 20:46




Si guardò intorno, non riusciva a riconoscere il luogo dove si trovasse, nè come ci fosse arrivato.
La testa gli faceva male, continue fitte dolorose, eppure i ricordi non riaffioravano. Sapeva per certo dei suoi sentimenti per quella donna, per quella dea.
Sapeva di aver provato amore per lei, un tempo, di esserle stato vicino, di aver ricevuto il suo calore.
Ma, non era lui quello di adesso, era il ragazzino di migliaia d'anni fà.
E non riusciva più a fare sì di poterglielo dire.
<< Lostris.. >> sussurrò piano, alzandosi e abbracciando la donna.Era fredda, gelida, facendolo rabbrividire.
<< Dopo tanto tempo... Ho così tanto da...>>iniziò lei, quando improvvisamente le sue dita divennero immobili come pietra.
Sinuhe aprì gli occhi, la statua divenne veramente tale. Dopo poco i primi raggi caldi del sole sfiorarono il braccio del ragazzo, era arrivato il mattino.
Riuscì a liberarsi dalla stretta della statua e si allontanò. I suoi sensi mortali lo portarono alla vista del piccolo tavolino di legno sul quale facevano capolino da sotto due grandi foglie , del pane e del formaggio.
Dopo aver consumato la colazione decise di rimanere lì, nell'attesa del risveglio della sua dea. Subito però udì delle voci femminili dietro la finestra di pietra e vi si avvicinò scorrendo con lo sguardo appannato delle figure femminili incappucciate che reggevano delle cesti colme di frutti poggiate sulle teste. Non riconobbe nessuna delle voci, e amareggiato sedette sul letto di paglia.
Non fece però in tempo a sdraiarsi che un forte rumore lo fece trasalire e spaventato saltò dal letto e corse dietro la porta.
<< Non si preoccupi, da qui farò da solo. La ringrazio. >>
Un tono maschile, si avvicinava sempre più, riusciva a sentire il suo respiro tranquillo. Una mano lattea spinse la porta giusto per poter passare dato che era già aperta.
Un istante di sorpresa, uno sguardo intorno e un sorriso malizioso.
Captò un odore familiare nell'aria.
<< Lostris... vedo che l'hai trovato. Mi ha facilitato il lavoro.Adesso resta solo una cosa...>> sussurrò divertito Fray. Richiuse lentamente la porta e con un rapido movimento prese il ragazzo alla sua destra, senza guardarlo, e lo spinse verso il letto, evitando per un pelo di colpire la statua.
Avanzò verso il ragazzo che confuso tentava di rialzarsi e alzando di un poco il tono della voce si indirizzò alla statua.
<< Assisterai, che tu lo voglia o meno.... >>
E sbottonandosi la giacca la buttò sul tavolino.
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ok, sono a corto di ispirazione dopo aver aggiornato l'altro gdr...l'importante è continuare giusto? la stavo tirando troppo per le lunghe..meglio non fermarsi per troppo tempo se no ....ahio....

 
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view post Posted on 24/3/2008, 23:08
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MUHAHA ME FA ANCHE FAY....XD
Continuo va.............

Mancava ben poco all'alba quando finalmente ritrovò la traccia che stava seguendo.
Per sua fortuna il ragazzo non era morto annegato.
Nell'avvertire l'odore di chi lo avesse salvato sorrise : sembrava proprio un bel quadretto, di quelli che lui adorava rovinare.
Lentamente si diresse verso il povero villaggio di agricoltori e artigiani collocato sulle rive del Nilo.
Il vociare delle donne già sveglie, occupate nelle piccole faccende quotidiane, riempiva l'aria fresca.
Quelle stesse donne si fermarono incuriosite ad osservarlo a causa dei suoi tratti e del suo abbigliamento : mai nessun turista si spingeva fino a lì.
Con un sorriso chiamò una delle giovani del villaggio, che si era trattenuta per fissarlo, abbagliata.
<ho sentito dire che in questo piccolo villaggio vive una donna esperta nelle medicazioni....dove la posso trovare?? NOn è che mi accompagneresti da lei?> chiese Fay, affabile, conscio dell'impossibilità di un no.
La quattordicenne lo accompagnò sino a che la casetta dove viveva l'antica sacerdotessa fu visibile, lì il giovane la fermò.
< Non si preoccupi, da qui farò da solo. La ringrazio. > disse con semplicità.
Aprì la porta con un gesto non curante, focalizzando immediatamente la sua attenzione su quella che sembrava una statua: il sole era sorto.
Sorrise, e impassibile gettò il ragazzino sul pagliericcio che fungeva da letto, incurante della sua salute fisica.
Con scherno si rivolse alla statua, consapevole del fatto che potesse udirlo.
<mia cara sacerdotessa, ti toccherà assistere>.
Si sfilò la giacca, incombendo con il suo corpo sopra il giovane, ancora sdraiato, terrorizzato, sul pagliericcio.
Gli si avvicinò quel tanto che gli serviva per sussurrargli all'orecchio, sentendolo sobbalzare.
<ti direi che non ti farò male....ma ti mentirei> sorrise maligno, mentre la paura di Leon riempiva la stanza.
Prima che quello potesse trovare la forza o il coraggio necessari a tentare la fuga, gli immobilizzò i polsi con una sola mano.
Lo vide chiudere gli occhi <a cosa pensi? Quel vampiro non verrà certo a salvarti...non si immagina neanche dove ti trovi adesso....e non si immagina cosa ti aspetta> disse, senza abbandonare la malvagità di poco prima, deciso più che mai a sfruttare la situazione per divertirsi.
SApendo quando il suo gesto sarebbe risultato sgradito, baciò il giovane, tentando di introdurre la sua lingua nella bocca dell'altro, con prepotenza, mentre con la mano libera scivolava quasi dolcemente lungo i suoi fianchi.
Irato per non essere riuscito a forzare Leon, strappò con un solo movimento la tunica che lo copriva.
<fossi in te mi asseconderei la prossima volta> disse, per poi iniziare a mordere con foga la delicata pelli del prigioniero.
Leccò con gesto lascivo le ferite lasciate dai suoi denti, beandosi dei gemiti di dolore che aveva provocato.
<te l'avevo detto che non sarei stato gentile....e non guardarmi con quegl occhi pieni d'astio, o peggiorerai la situazione>.
<sai....ci sono molte cose che ignori su te stesso> continuò, mentre Leon cercava di reprimere le grida di paura che cercavano di uscire prepotenti dalla sua gola: non gli avrebbe dato anche quella soddisfazione.
<non sai che io e te siamo due metà destinate ad unirsi?? Oh si, tu sei me, sei una parte inutile, che ho cercato di scartare....ma senza di te non sono abbastanza forte da uccidere quel vampiro....Mi servi di nuovo>. bisbigliò, vicino all'orecchio del ragazzo.
Gli parve di sentire una protesta.....un insulto, una voce che gli chiedeva chi fosse lui.
<ma è ovvio....te l'ho già detto.....Sono te...sono Sinuhe...o meglio, la sua parte malvagia che desidera vendicarsi del tuo amico vampiro per quello che CI fece anticamente...> sorrise <ma dubito che tu possa già ricordare>
All'improvviso qualcosa distolse la sua attenzione, qualcosa nella stanza era cambiato...mancava qualcosa...

Edited by °Taita-san° - 25/7/2008, 13:36
 
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watachan
view post Posted on 26/6/2008, 11:01




Era stata tutta un'illusione?
Continuava a domandarselo, intorno a lui un diverso paesaggio.


Era buio intorno.


Non si trovava più in quella stanza, non vi era più la presenza di quel ragazzo..
.. la statua invece, gli stava vicino, quella mano fredda ferma in una carezza immobile.
Un sussurro, ma lei non parlò, un soffio di vita senza che lei riprendesse a muoversi.
Una statua di pietra, levigata, perfetta, quasi... umana.

Ma, pensò, lei non poteva essere umana...

D'un tratto i suoi pensieri vennero interrotti.
Qualcosa cambiò.

Una figura, la sentiva, i passi felpati che si avvicinavano.
Attese stranamente agitato, poi qualcosa, una strana forza lo calmò, come un balsamo. La mano, quella mano immobile l'aveva carezzato gentilmente. Non pensava che la pietra potesse essere così morbida.

<< Sinuhe.. >> ancora quel nome. Il suo, s'impose a rispondere, quasi fosse sempre stato così.
La statua riprese vita. La bella donna lo guardò con quei suoi occhi scuri come l'ebano, un bagliore sinistro balenò in quelle iridi.
<< Non muoverti. >>

Allora capì. Era ancora un'illusione.
C'era ancora lui in quella stanza, erano loro avvolti nell'oscurità. Poteva percepire la sua presenza, poteva sentire i suoi passi agitati in giro per la stanza, poteva ...
Il suo desiderio che lo penetrava.
<< ..ahh... >>

Un piacere bestiale che lo scuoteva, i brividi sulle braccia. Che cos'era?
Trattenne un altro gemito come..


<< Sinuhe.. >> un'immagine attraversò la sua vista, improvvisamente quell'illusione divenne qualcosa di più intenso, quasi percepibile..
Era lui quello che carezzava?
Era lui quello che gemeva sotto quelle braccia d'alabastro?
Era lui che si lasciava andare?


No.. no.. ahh.. poteva..

<< Sinuhe, resisti. >> la voce della donna.
Era immobile lei, la voce forse, solo nella sua mente, ma, l'ascoltò. Guardò, sopportò, non si mosse, serrò le labbra.
Ed infine, lui se ne andò. Poté sentire quella rabbia incontrollata, quell'energia oscura che abbandonava la stanza.
Ed.. era di nuovo giorno, e lui era fermo in mezzo alla stanza, la statua accanto a lui, una pietra..
Non seppe che cosa pensare, non era certo di volere delle risposte.
Ma..


<< Attendi la luna piena. >> le ultime parole che percepì, e si sentì spingere da una forza invisibile, fuori dalla porta che si chiuse con un tonfo leggero dietro di lui.

 
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view post Posted on 14/4/2009, 21:00
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Fratellanza for ever!XD

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sai finalmente mi sono decisa a rileggere il tutto...e...nono...gli ultimi tre post non vanno bene...mi sa che dovremo cambiare qualcosa e riscriverlo....cosa dici? ti va? xD
 
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