Daisuke guardava la gente con occhioni spaventati.
Tutti sembravano essere eccessivamente interessati a lui e Keichi, e non capiva il perchè.
Seguì l'altro come un cagnolino segue il padrone, e alla fine giunsero in quel parco.
Immediatamente gli si illuminarono gli occhi.
Un fiotto di ricordi giunse alla sua mente.
Erano a pezzi, sparsi..ma riconosceva alcune persone...
La nonna...al parco...l'altalena..
Sorrise, con il cuore che batteva forte.
Gli sembrava di ritrovare la sua vita, in quel parco.
Di tornare a prima che cominciasse con quegli sporchi affari, quando era ancora innocente e ingenuo.
Non che ora non lo fosse, certo.
Nonostante il suo lavoro, alla fin fine, era più ingenuo di quel che si potesse credere. Non capiva le persone, i loro doppi giochi, non capiva i loro secondi fini.
Lui faceva ciò che gli era chiesto, assumeva il comportamento che la situazione richiedeva...proprio come un adulto, alla fin fine...ma...era ancora un bambino, un ragazzino.
Si sedette al fianco di Keichi senza fiatare, osservando la neve e rabbrividendo per il freddo.
Non vedevo la neve da un sacco di tempoDisse, con un sorriso.
O meglio, magari la vedeva, ma non la poteva
guardare davvero. Insomma, nel suo lavoro era chiesto di cancellare ogni sentimento umano, che fosse uno, e lui stava davvero diventando una sottospecie di robot.
Forse l'incontro con Keichi l'aveva davvero aiutato.
Forse poteva ritrovare un po' dell'umanità che ogni giorno era costretto a reprimere.
Si chinò, toccando la neve gelida.
Da piccolo andavo sempre sulle altalene, erano i miei giochi preferiti...N O N S O N O I S P I R A T A
Si è notato, no? x°