Elio e Selene, Vietato prendere per il sedere il nome Elio

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-†Lilith†-
view post Posted on 15/3/2008, 17:40 by: -†Lilith†-
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Fratellanza for ever!XD

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Dietro di te...muahahah coff

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Ecco il continuo U.U
lo so è un lungo pezzo...dopo questo ne manca solo più uno xD

SECONDA PARTE



La sera dopo tornai da te, lo ricordi?
La finestra della tua camera era aperta, così entrai.
Ero circondato dal tuo profumo, così dolce e deciso, come te.
Mi avvicinai alla porta socchiusa quando capii che ti trovavi oltre quella.
Faceva caldo nella stanza, e c’era uno strano odore di mora: capii che era un bagnoschiuma e che mi trovavo nel bagno.
Mi voltai imbarazzato, pronto ad andarmene, ma con la coda dell’occhio ti notai nella vasca da bagno.
Mi davi le spalle e l’acqua ti arrivava fino quasi all’inizio del collo.
Feci un movimento sbagliato, incredibilmente rumoroso per me, e lo udisti anche tu.
Ti voltasti e cinque secondi dopo sentii l’odore del bagnoschiuma alla mora ancora più vicino a me: forse perché con la sua confezione mi avevi colpito esattamente tra gli occhi? Credo di si, anzi, direi che posso esserne sicuro.
Uscii e mi sedetti sul letto ad aspettarti.
Presto ti vidi arrivare, rossa in volto sia per il bagno caldo che per la mia intrusione di poco prima.
<allora è vero che sei un vampiro maniaco> dicesti, abbassando lo sguardo, apparentemente arrabbiata.
<mica sapevo che stanza era!> risposi, fingendomi sdegnato.
<vattene>. Ti guardai: tenevi il broncio, ma i tuoi occhi sorridevano.
Mi spostai velocemente alle tue spalle, ti sfiorai i fianchi, avvicinandoti a me <allora se me ne vado, non potrò darti il regalo che ti avevo portato…peccato>.
Cambiasti espressione, attenta ed interessata. Se fosti stata un cane sono certo che avresti drizzato le orecchie.
<ma no! Perché mai dovresti andartene?>.
Sorrisi ancora <non l’avevi detto tu?>.
Spalancasti gli occhi, con falsa innocenza, come se quelle parole non le avessi dette tu stessa poco prima.
<io? No. Di sicuro ti sei sbagliato>. Ti voltasti verso di me, delicata e pallida, la pelle profumata: distolsi lo sguardo: non volevo che neanche la minima tentazione di farti del male si impossessasse di me.
<allora…se non sbaglio stavi parlando di un regalo> cercasti di nuovo il mio sguardo. ti spettinai dolcemente. Cercai in tasca la collana e te la misi.
Andasti davanti allo specchio e fissasti il ciondolo: era uno splendido angelo.
Il tuo sguardo si rabbuiò di colpo, senza motivo apparente.
<cosa c’è Selene? Se non ti piace…>.
<no, è perfetto> rispondesti, ma eri ancora triste. Mi sentii a lungo colpevole.
Ora capisco il perché della tua reazione, ma allora non riuscivo a piegarmelo. Che stupido che sono stato e quanto devi aver sofferto.
Quanto tempo trascorse? Mi sembra che continuai a venirti a trovare per un mese, senza sospettare niente, senza accorgermene, vedendoti sempre perfetta e quasi immortale.
<selene!> quella sera ero venuto da te, come al solito, ma ti trovai a letto, addormentata, come la prima volta che ti incontrai.
Stetti immobile a guardarti, fino a quando, forse sentendoti osservata, ti destasti.
<elio> sussurrasti, vedendomi. Ti alzasti <scusa, non mi sono svegliata in tempo. Ero stanca oggi>.
Solo allora mi accorsi che, da quando venivo a trovarti, avevi quasi scambiato la notte con il giorno per passare assieme più tempo possibile.
<dovresti dirmi di andare via. Non ti farà bene continuare a dormire durante il giorno e la notte uscire con me>.
Eri coperta solo dalla camicia da notte con la quale ti eri addormentata, lunga poco oltre le ginocchia, stretta in vita, mentre dall’alta scollatura, usciva la collana che ti avevo regalato.
Ti avvicinasti a me <non mi farà certo male!! Sono più contenta ora che vivo la mia vita sotto la luce delle stelle, piuttosto che prima, quando il sole illuminava la mia stanza vuota!>.
La determinazione che vidi nei tuoi occhi mi colpì profondamente: neanche io ne posseggo una tale, nonostante la mia mi abbia permesso di sopravvivere per tanti anni quanti non sono concessi ad un normale essere umano.
Ti arrivai vicinissimo, determinato a baciarti.
Mi respingesti <vade retro!!>. Sorrisi <meno male che ti fidavi di me.> risposi.
<non mi fido della tua parte maniacale =.= Sono solo in camicia da notte…> anche tu sorridesti.
Dopo uscimmo, volevi prendere un gelato.
Mi sembra incredibile come particolari apparentemente tanto insignificanti si siano impressi nella mia mente, forse semplicemente perché per me ogni momento trascorso con te era unico e importante.
E mi sembra ancora più stupido ricordare altri particolari senza significato, come il tuo gusto preferito, il profumo che ti mettevi prima di uscire, gli sguardi sorridenti che mi rivolgevi…
Ci sedemmo al bar; avvertivo lo stupore e la gelosia della gente che passava per strada e si fermava a guardarci.
Mentre mi distrassi per fissare quelle persone che ci vedevano come due semplici fidanzatini, ti sentii ridere e mi beai di quel riso, quasi come se, con il suo dolce suono, fosse una droga per il mio cuore oscuro.
<perché questo scoppio improvviso?> ti domandai infine.
Tu mi indicasti e mi ridesti ancora. <il…il tuo naso. Ti sei sporcato tutto>.
Mi pulii e risi anche io, suscitando una maggiore gelosia attorno a noi.
Quanto ti riaccompagnai a casa eri più stanca del solito.
Ti addormentasti prima di arrivare al letto, pesantemente, addosso a me, facendomi cadere su di esso.
Riapristi gli occhi, imbarazzata, accorgendoti della posizione in cui ci trovavamo, ma ti baciai, prima che tu potessi sottrarti a me per l’ennesima volta e ricambiasti con la mia stessa passione.
Dopo quella notte passata insieme, come avrei voluto poter vedere ancora insieme anche il sorgere del sole, ma mi era proibito.
Studiai il complicato motivo disegnato dai tuoi capelli sul mio petto nudo, fino a che tu parlasti.
<non devi più venire>.
Fu crudele da parte tua dirmelo in quel momento, lo penso ancora ora.
<perché?> visibilmente sorpreso e contrario.
Un pugnale che mi trafiggeva il cuore.
<sto morendo. Non sono stata sincera con te>.
Mi tirai su di scatto: non potevo, non VOLEVO credere a quelle parole.
<cosa stai dicendo? Non è uno scherzo divertente!>.
<non voleva esserlo>.
No, non mentivi, i tuoi occhi erano lucidi, ma maledettamente sinceri.
<perché?? Come puoi dire di stare per morire?!> mi agitai come un animale ferito. Devi capirmi, ti amavo come non avevo mai amato e l’idea di perderti era per me insopportabile.


To be continued....>_> ho scelto proprio un brutto pezzo per stroncarla...
 
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6 replies since 28/1/2008, 18:30   256 views
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